SKELTERS "Rivoluzione 9"
(2017 )
Che il “White album“ sia considerato l’indiscusso capolavoro dei Beatles è storia nota. Quello che, invece, non tutti sanno è che uno dei brani contenuti (''Helter Skelter'') fece a molti volare la fantasia per la cripticità dei messaggi latenti in esso contenuto. Non è sfuggito al suo fascino subliminale neanche il quartetto milanese dei Skelters, che giunge al decimo anno di attività con un nuovo lavoro: “Rivoluzione 9”. E’ un’opera che gira intorno a tal numero, cosi pieno di mistero e coincidenze, e tutto l’insieme batte con evidente cuore (non a caso, piazzato in copertina). C’è passione e confessione, c’è grinta e dolcezza, è un disco verace e incrollabilmente ottimista. Già in apertura, “Siamo” sorpresi di come i ragazzi galoppino spediti con un piacevole pop-rock, narrato su giusti binari, per poi passare alle puntellature pianistiche di “Eroe”, con graffi in stile Negrita ultime produzioni. Alla terza traccia gli Skelters ci mettono tutta l'“Anima” per puntare alla facile presa uditiva e ci riescono con bella coralità. Visto che “Il mondo sottosopra” non promette nulla di incoraggiante, il combo prova ad iniettarci una dose d’ottimismo con una struttura esecutiva scarna ma briosa. In “Kamikaze” prende maggior corposità l’elettronica, con un refrain che dà il sospetto del già sentito in àmbito underground (Giuseppe Ricca “Braccio”). Gli Skelters han voglia di comunicare belle simbologie come quella della donna: “Senza lei” è una ballad che ti fa capire come sia possibile tracciare una dedica senza risultare mielosi. E dopo una sterile incursione a “Londra”, non proprio memorabile (perché non titolarla, invece, “Liverpool”?) si giunge all’inevitabile influenza Lennoniana di “Ora non ci sei più”, con un vibrante pianoforte che tocca le corde dell’anima. Per chiudere il disco viene scelta la frizzante “Chimica dell’amore”, che interseca il bivio stilistico di Cremonini misto ai Zero Assoluto ma con un arrangiamento gradevolmente saltellante. Cosa aggiungere? Lasciate diffidenze da parte e puntate sulla formula dei Skelters, perché in “Rivoluzione 9” c’è tanta di quella verità e ottimismo che non ti sembra neanche possibile, in un’epoca arida e ubriaca di falsità e mestizia. Se, come istinto, siamo attratti da chi sprizza positività, l’occasione è da prendere al volo. (Max Casali)