DAVID LION  "Mandala"
   (2017 )

Nell’attuale scena reggae europea, il nome del nigeriano David Lion, precedentemente noto con il moniker Lion D, è certamente uno dei più caldi, ed è per tale ragione che l’uscita del suo nuovo album è stata accompagnata da un certo hype. Per questa nuova prova discografica, l’artista ha scelto come titolo “Mandala”, un termine associato alla cultura buddista e induista che indica diagrammi circolari simboleggianti la formazione dell’universo il cui significato letterale è “ciò che contiene l’essenza”. E in quest’album, effettivamente, l’essenza del reggae è contenuta, ma la sua forza è essenzialmente l’apertura a scenari più ampi e la capacità di contaminare il sound in maniera equilibrata e intelligente. Accanto a concessioni pop come quelle di “A Plant For You” e del singolo “Cast Away”, infatti, David Lion ha varcato i confini del rock nella titletrack, del soul in “Lost In The Desert”, del rhythm and blues in “Don’t Let Love Die”, ma ha anche infarcito i brani di un’elettronica mai apparsa slegata dal contesto e creato un sound ibrido, sospeso fra diverse pulsioni. Si tratta, nel complesso, di una parecchio ambiziosa opera di world music, che sa strizzare l’occhio ad un pubblico più ampio di quello a cui sarebbe stato destinato un lavoro più puramente reggae, e che dimostra la sua validità attraverso una notevole dose di ricercatezza ed eterogeneità. (Piergiuseppe Lippolis)