FRATI MINORI DELLA VERNA "Ave Maris Stella"
(2017 )
Le campane del Convento suonano e chiamano a raccolta i Frati Minori che vivono a La Verna, sul Sacro Monte delle Stimmate, e i fedeli che ogni giorno si ritrovano in Basilica a pregare. Alcuni Frati sono già dietro l’altare, nel coro, altri sono sparsi tra i banchi, assorti in una silenziosa preghiera, mentre il profumo dell’incenso sale ad inebriare il luogo sacro. I Frati anziani sussurrano le loro preghiere: hanno cantato ininterrottamente per una vita ed ora non rimane loro che lasciare il posto ai più giovani, ai novizi che imparano l’arte del canto e il valore intimo e profondo della preghiera. Fuori non importa quale sia il clima e che ora è perché ogni giorno i rintocchi delle campane richiamano i Frati alle liturgie delle ore o alla celebrazione della Santa Messa: dall’alba al tramonto, estate ed inverno, le campane scandiscono puntualmente i momenti della giornata di chi ha fatto della vita religiosa una scelta, una vocazione, una missione importante. Dal di fuori potrebbe sembrare una vita monotona, ripetitiva, addirittura non vissuta fino in fondo proprio perché dedita solo ed esclusivamente alla preghiera e alla “privazione” di una famiglia, di un lavoro, di una fonte di guadagno e di tutte le possibili comodità materiali. Una monotona vita di routine. Ma esiste una vita che non sia caratterizzata dalla monotona routine? A pensarci bene no! Anche quella dei laici, certamente più frenetica, ha i suoi tempi e i suoi rituali: basti pensare alla quotidianità lavorativa, fatta di orari, riunioni, appuntamenti in un’agenda che diventa sempre più piena di nomi e orari, numeri e note che la rendono quasi illeggibile! Non è pure questa una vita monotona? Cosa rende allora una vita degna di essere vissuta? Il valore che si dà ad ogni cosa si fa, il motivo stesso per cui si fanno determinate scelte di vita. Lungi dall’addentrarmi in discorsi filosofici più grandi di me, questa riflessione (forse lunga e stucchevole) è nata ascoltando il cd dei Frati Della Verna che, attraverso il canto gregoriano, pregano la Beata Vergine Maria. Mentre in “Crucis Christi Mons Alverne” gli stessi Frati avevano pregato e cantato inni al Serafico Padre Francesco, in “Ave Maris Stella” invocano la Madre di Gesù. 19 tracce, la cui prima, “Carillon”, è un simbolico richiamo per i fedeli con le campane del Convento, mentre le altre 18 sono 9 canti mariani (preghiera orante) alternati a 9 pezzi suonati con l’organo a canne dal Maestro Eugenio Maria Fagiani (preghiera silente). Ogni brano è diviso in due parti: la prima molto breve ed è la preghiera orante, caratterizzata dal canto corale mentre la seconda, quella più lunga, accompagnata dall’organo, è la preghiera silente, che lascia spazio alla meditazione e all’ascolto della voce di Dio nell’intimo della propria coscienza. Questa è la struttura complessiva di tutto il cd in cui i religiosi rendono vivo il nome della Beata Vergine attraverso i canti più rappresentativi della tradizione mariana (“Alma Redemptoris Mater”, “Ave Regina Caelorum”, “Regina Caeli”, “Salve Regina”, “Ave Maria”, “Tota Pulchra”, “Ave Maris Stella”, “Inviolata” e “Sub Tuum Praesidium”). Perché ascoltare un cd di questo tipo? Per i credenti ovviamente rappresenta un modo per pregare ed entrare in relazione con il Trascendente. Per i non credenti potrebbe essere un modo per ritrovare sé stessi in un momento di riflessione o rilassarsi trovando un angolo di pace. Qualunque sia la ragione, questo non è un cd destinato ad un vasto pubblico ma un lavoro di nicchia, che racchiude in sé il valore inestimabile di canti tramandati nel corso dei secoli. (Angelo Torre)