CRUEL EXPERIENCE "Lives of ugly demons (L.O.U.D.)"
(2017 )
Formatisi nel 2013, i Cruel Experience sono un quartetto originario di Lucca al debutto sulla lunga distanza con questo “Lives of ugly demons (L.O.U.D.)”, lavoro che segue di tre anni l’esordio assoluto del doppio ep “Save the nature, kill yourself”. Album spinoso e aggressivo, succhia linfa dalle dinamiche piuttosto che dalle canzoni, se è vero che la costruzione dei brani sembra proprio lasciarsi guidare dal suono e da un certo barbarico primitivismo perfettamente funzionale alla solo apparente ruvidità delle composizioni. “Highway of lies” apre così in una fitta nebbia stoner che alterna due minuti di canto e quattro di sarabanda noise, preludio alla fosca bordata di “Loud”, mistura di Cramps e Kyuss, garage e fuzz fusi in una densa colata di elettricità satura; mai domi nè paghi, i quattro concedono spazio ad archetipiche suggestioni psichedeliche tardo ‘60s in “Seven years”, flirtano con arie pre-punk in “Help me wizard”, pennellano addirittura la dimessa ballad à la Violent Femmes di “Bad moon” o la chiusa veemente di una “Teenage smokeland” che dispensa grida e ferocia al passo dei Black Angels. Colpisce soprattutto la trance allucinata di “Bite the light”, diretta discendente ancora una volta di un sound di matrice stoner, con la voce mixata in secondo piano ed inattese divagazioni limitrofe al post-rock: sorprendente come, dopo un incipit attendista, il brano divenga albiniano, con quel basso sbracato e la chitarra acida in dissonanza, entrambi ingoiati dal finale occulto e dilatato. Buona prova da parte di una band solida e sincera che dovrebbe forse prefiggersi una maggiore focalizzazione su obiettivi specifici: per ora vaga in imprecisa direzione ad occhi bendati, seppure con istintiva foga e non senza un’ammirevole attitudine. (Manuel Maverna)