SIMONE LO PORTO  "Un viaggio nel magico"
   (2016 )

Chi ha buona memoria ricorderà come questo sito, quasi 10 anni fa, vi segnalò "La valle dell'utopia", l'esordio di Simone Lo Porto, cantautore milanese di origini siciliane che, in quell'occasione, aveva sfornato un lavoro di estremo piacere per le orecchie ma anche per la mente: "Un caleidoscopio di note e frasi centrate", veniva definito quel bel disco. Come detto, sono passati quasi 10 anni, nei quali Lo Porto non è decisamente stato con le mani in mano: ma fa comunque specie, in un periodo come questo, votato al "mordi e fuggi", nel quale i miti musicali appaiono, scompaiono e si avvicendano alla velocità della luce, la scelta controcorrente di Simone. Il quale ha semplicemente atteso, con pazienza, di avere da dire qualcosa di importante. E stavolta ce l'aveva, altroché. Siamo infatti in presenza di un disco rotondo, completo e sfaccettato, denso di significati musicali e testuali, come si dovrebbe sempre convenire nel mondo della musica d'autore tricolore, che invece spesso rimarca ben minor profondità di quella palesata da questi 11 episodi. Lo Porto ha realizzato questo disco come diario fedele di un lungo viaggio in Sudamerica realizzato insieme al chitarrista Luca Galeano, divenuto poi coproduttore dell'album: immergendosi in queste canzoni si passa così, a braccetto con l'artista, da Ciudad Bolivar (Venezuela) fino alla Terra del Fuoco, dalla giungla boliviana ad Arequipa (Perù), e da Buenos Aires sino a Bogotà, in un tourbillon di immagini, colori e suoni che ammaliano e spingono al viaggio ed al sogno. Ma non è tutto qui: oltre alle sensazioni ed alle passioni suscitate dal magico percorso narrato sin dal titolo, qui si trovano note vere, canzoni mai banali, e permeate da una poesia tangibile, quasi sfiorabile, talmente vivide sono le emozioni che questi 11 brandelli di vita originano. Dall'apertura di "Il bacio del colibrì" (che mette subito le cose in chiaro, mescolando in maniera vincente cantautorato italiano e saudade sudamericana), passando attraverso "Fiamma su fiamma" (primo singolo estratto), stupendosi con la carezzevole "Garibaldi (dei due mondi un eroe)", fino alla poetica chiosa di "La fine è il mio inizio", ogni storia di questo libro è appassionante, avvincente e convincente. Non di tanti dischi è possibile dire la stessa cosa. (Andrea Rossi)