KAMA "Un Signore anch’io"
(2016 )
Sono passati ben dieci anni dall’esordio discografico di Kama, artista patavino che era riuscito a ottenere buonissimi riscontri da pubblico e critica prima di sparire per un po’ dai radar della musica indipendente italiana. Oggi Kama torna e lo fa con un disco che si pone in continuità con “Ho Detto A Tua Mamma Che Fumi”, insistendo con quella formula pop rock d’autore che aveva conquistato tanti nello scorso decennio. “Un Signore Anch’io” arriva in un momento in cui il confine fra pop indipendente e musica mainstream è in fase di ridefinizione, fenomeno che sta offrendo a molti artisti conosciuti da un pubblico di nicchia, o quasi, di arrivare al grande pubblico. Le potenzialità perché a Kama accada lo stesso ci sono tutte: nel disco troviamo canzoni orecchiabili, che si cantano sotto la doccia anche dopo un solo ascolto, testi velatamente ironici (forse meno del precedente, ma tant’è) e l’approccio morbido di chi non vuole prendersi troppo sul serio. Kama è un cantastorie che musica poesie leggere da temi personali e dalla scrittura universale, adatta a tutti e che tutti possono apprezzare senza difficoltà. Fra le undici tracce, “Lettera Dal Mio Mulino” e “Stupide Creature” spiccano per l’accompagnamento molto efficace, ma in realtà il disco non conosce momenti di affanno. Il ritorno di Kama, a dieci anni dal suo esordio, è decisamente positivo: l’artista ha optato per soluzioni moderne che stanno conoscendo una sorta di fase aurea in questo momento storico. Se l’ambizione è quella di fare il grande salto, non possiamo che augurarglielo: sarebbe meritato. (Piergiuseppe Lippolis)