SUBSONICA  "Terrestre"
   (2005 )

Dopo due anni vissuti sul filo del rasoio, passati a contare superstiti e a suturare ferite, i Subsonica rientrano in pista. Ma questa volta i labirinti della discoteca appaiono sin troppo stretti per catturarne lo spirito. Samuel e compagnia hanno deciso di alzare il volume, degli amplificatori, delle pretese, delle aspirazioni. Una furia che ha redini ben salde, ragionate. Quattordici brani corposi, innervati da un senso di inquietitudine che permea l’intera resa sonora (e tematica) del lavoro. Quella che prima poteva essere scambiata per monotematicità unicromatica si libera all’interno di un universo sonoro che ha padri lontani dalle classiche movenze techno-reggae. Le spiagge della Giamaica sono ancora qui, ma le nuvole all’orizzonte regalano al panorama colori impensati. Dall’aggressività iniziale di “Corpo A Corpo”, alle movenze di “Abitudine” e “Gasoline” (in inglese), la nuova visione si avventura in territori sonori che parevano da tempo abbandonati. Spesse code strumentali fanno sospirare chi è cresciuto cibandosi di progressive. Niente di pacchiano o velleitario, anzi l’ancora gettata è ben attaccata al suolo. Il manuale delle giovani marmotte aggiorna il proprio indice, si muove tra sinth analogici (“A-Mantide”), fughe mantriche (“Alba A Quattro Corsie”) e piglio punk wave prima solo intravisto (“Giorni A Perdere”). Inevitabile il riposo (“Dormi”), in attesa di focalizzare ancora meglio i risultati sul palco all’ombra di un pubblico in fremente attesa. (Davide Sechi)