SENECA EFFECT "Disertare"
(2025 )
Esistono piccoli tesori nascosti alla vista, celati in anfratti che forse vedranno la luce, gemme solitarie in penombra che chiedono soltanto di essere cercate, scovate, apprezzate, poco importa in quanti avranno il privilegio di goderne.
Seneca Effect sono Matteo Oreggioni, Loris Mattarucchi, Simone Della Vedova e Claudio Franzini, quartetto originario di Morbegno, bassa Valtellina, al debutto lungo con “Disertare”: dieci tracce solide e compatte, arrangiate con gusto e misura, definiscono il perimetro di un album ricco ed intenso, devoto ad una scrittura di matrice nineties, tripudio di mid-tempo e accordi aperti con correzione di sonorità accattivanti adatte ai tempi.
Parole penetranti e dolenti, talora ermetiche ed intime, altrove irate e schierate, fungono da ideale contrappunto ad una musica sofferta e satura guidata dalla chitarra, le cui tessiture ricamano canzoni palpitanti e dense; il mood dei brani è indirizzato verso un emocore sì vivido e sovraccarico, ma equilibrato dalle trame elaborate e cangianti della sei corde, un milieu sfuggente che la voce di Matteo, plasmata ad arte, trafigge ed esalta, mutando registro, colori, sfumature.
Ad una prima parte omogenea, vigorosa e ribollente, addirittura strabordante nel trittico iniziale, seguono episodi più morbidi che lambiscono territori di confine, senza mai smarrire il fil rouge di un’espressività sfaccettata e intrigante: dalle atmosfere à la Cure di “Verso la fine” al basso pulsante che guida “Frana interiore”, dagli echi wave di “Tra le ceneri di questo pianeta” (quasi i Japan) agli accenti nervosi di “Eterna estate”, la sezione centrale prepara alla nuova escalation del finale. “Andare verso nord” lievita disperata, con canto rabbioso in crescendo e ritmo a briglia sciolta nell’ultimo focoso minuto; “Tutto quel che arde”, poetica e drammatica, è intrisa della religiosità laica di un testo importante e profondo; il pungente realismo di “Obbedire alla notte” cala il sipario su scenari apocalittici, forte di un recitato teso, afflitto, tristemente attuale, sciolto nel cupo pessimismo dei versi conclusivi.
Band stimolante e centrata, capace di cavalcare con coraggio un sottogenere controcorrente, mostra stile, coerenza ed una innata eleganza, non priva di raffinatezza: il messaggio è forte, la proposta a fuoco, la personalità evidente. (Manuel Maverna)