AINE'  "Generation one"
   (2016 )

L’esperienza alla Venice Voice Academy e gli anni di ricerca personale l’hanno forgiato, il talento naturale lo aiuta: stiamo parlando di Arnaldo Santoro, in arte Ainé, cantante romano giunto da poco all’esordio discografico con “Generation One”, opera in cui confluisce tutto il background personale di un artista dal futuro roseo. Ainé esplora territori non troppo battuti in Italia e dimostra d’aver fatto tesoro delle sue esperienze senza dimenticare il suo luogo di nascita: accanto ad una marcata componente rhythm and blues, nel disco sono rinvenibili tracce di nu soul e di un hip hop ben lontano dagli standard del genere del nostro paese e che, addirittura, possiede venature afro. Il tutto è rivestito d’un sottile strato di melodia squisitamente tricolore che riesce ad evitare il rischio di render fruibile “Generation One” solo al gotha dei cultori del genere. Quasi a voler confermare questo suo mantenersi a metà strada fra Italia e Stati Uniti, c’è la scelta della lingua: le prime sei tracce sono in italiano, due delle quali realizzate con importanti collaborazioni (una con Ghemon ed una con Sergio Cammariere), le restanti sei, a cui va aggiunta una bonus track, sono in inglese. Solida è la sezione ritmica, grazie ad un eleganza formale e sostanziale che non cessa mai di fornire il suo apporto e ad arrangiamenti che mostrano cura e originalità. Ainé può contare su un timbro davvero particolare: la sua voce dolce e smussata gli concede il lusso di muoversi agilmente in questi ambienti e di interpretare al meglio sia il cantato in inglese che quello in italiano. “Dopo La Pioggia” spicca fra i brani in italiano, “Be My One” fra quelli in inglese, ma stiamo parlando di un prodotto interamente di notevole spessore. Il futuro è tutto dalla parte di Ainé e la strada è già quella giusta: l’ambizione è quella di raggiungere un posto di rilievo nel panorama r’n’b mondiale e la possibilità che ciò accada è tutt’altro che remota. (Piergiuseppe Lippolis)