IL SISTEMA DI MEL "Felida X"
(2016 )
Il quartetto bresciano Il Sistema di Mel si mette alla prova con un EP crudo che tratta di tematiche strane e inquietanti: racconta del manifestarsi di personalità multiple, descrive le storie di persone afflitte da sbalzi d’umore, non rinuncia a parlare di paure e difficoltà. Il titolo, ''Felida X'', è un rimando alla letteratura Ottocentesca: la doppia personalità di Felida, ragazza aquitana affetta da narcolessia e sonnambulismo e sottoposta a numerose sedute di ipnosi, è stata la scintilla che ha permesso al gruppo di costruire questo breve disco che si estende per soli quattordici minuti. C’è tanto dei Marlene Kuntz, specialmente dei loro primi lavori meno prevedibili e più anarchici, soprattutto nell’impostazione chitarristica di Federico Mingardi e Paolo Bosio, rintracciabile nel brano d’apertura ''Come Non Volevi'' ed in ''Litio''. È evidente anche l’influsso dei Fine Before You Came, altro colosso dell’inizio del nuovo millennio all’interno della scena indipendente italiana, richiamati sia nella traccia iniziale sia in ''Marta nella Stanza'', asciutta descrizione della vita all’interno di una comunità di tossicodipendenti. L’atmosfera della sala da pranzo di ''Spacecake'' ci ammonisce ancora una volta a non dimenticare che le storie qui narrate non hanno come protagonisti persone particolari, ma uomini e donne la cui personalità cambia in base al luogo in cui finiscono per ritrovarsi. La voce di Mingardi, e accanto a quella i cori di Bosio, creano un rimbalzo di momenti forti e momenti di pausa, di alti che colpiscono e bassi estremamente emozionali, molto vicini a quelli inventati da Piero Pelù nei primi lavori dei Litfiba. Nel timbro che la voce ha e nell’impatto che crea sopra gli strumenti e nell’economia di ciascuna delle quattro canzoni non è assurdo azzardare un paragone con le sonorità create dai Placebo all’altezza del primo disco omonimo e del successivo ''Without You I’m Nothing'', ma è percebile persino qualche (piccola) pennellata à la Pixies del periodo ''Trompe le Monde''. Grazie alla capacità del quartetto di assorbire tante influenze diverse e riproporcele in vesti totalmente nuove, Il Sistema di Mel può sentirsi soddisfatto: l’EP scorre veloce e senza intoppi, e risulta molto piacevole. (Samuele Conficoni)