MARY OCHER + YOUR GOVERNMENT "Mary Ocher + Your Government"
(2016 )
Difficile racchiudere in poche righe chi sia Mary Ocher. Nata in Russia meno di 30 anni fa, di nome farebbe Mariya Ocheretianskaya (chi è capace di pronunciarlo senza problemi vince una bambolina…), e definirla “cantante” è quantomeno riduttivo. E’ infatti, al tempo stesso, poetessa, regista, artista visuale, e chi più ne ha più ne metta. Un’artista a 360°, insomma, che dopo varie peregrinazioni è approdata in Germania divenendo personaggio importante dell’underground berlinese. Giunta al terzo album (quarto, se si conta anche la doppia raccolta di provini “The Fictional Biography of Mary Ocher - The home recordings”, uscita lo scorso anno), Mary ha probabilmente deciso, in questa occasione, di sferrare il colpo decisivo. Non mancano infatti, in queste 10 nuove canzoni, diversi episodi che potrebbero decisamente farle abbandonare lo status di artista underground permettendole di spiccare il volo verso una meritata notorietà internazionale. Accompagnata dal duo di percussionisti Your Government, la Ocher ha prodotto un album coeso e ben rappresentativo della sua proposta: con echi di Gary Numan, Toyah Willcox e, spesso, di Nina Hagen (ascoltare a riguardo “Man vs. Air”, primo vagito di questo nuovo album, risalente ormai a quasi 2 anni fa, o il nuovo singolo “Dream X3”), Mary aggredisce l’ascoltatore con un drumming spesso angosciante ma preciso, nel quale il suo canto, a volte apparentemente sguaiato, si inserisce alla perfezione. Trattasi di art-rock sperimentale, o se preferite avant-pop elettronico, con prevedibili squarci di kraut-rock, perché un omaggio alla terra che la ha piacevolmente adottata da diversi anni era ovviamente prevedibile e scontato. Oltre ai due succitati singoli, i brani forse migliori dell’intero lotto sono “The sound of war” (con chitarre, finalmente, in primo piano) e, soprattutto, “Calvary”, brano quasi interamente strumentale, in pieno stile eighties, che ricordando “Cars” di Gary Numan cita i dioscuri di questa artista, davvero brava quanto, purtroppo, ancora misconosciuta (almeno nei nostri lidi). (Salvatore La Mazzonia)