ROTEM SIVAN TRIO  "A new dance"
   (2015 )

Ridisegnare il concetto di eleganza nel jazz. È quello che Rotem Sivan, chitarrista di origini israeliane ma di stanza a New York, è riuscito a fare con il suo terzo album “A New Dance”: l’album rivela con impressionante nitore la sensibilità di questo giovane talento delle sei corde. Accompagnato da Haggai Cohen Milo al basso e da Colin Stranahan alla batteria, Rotem imprime a ogni composizione il suo stile già riconoscibile, brillante e caratterizzato da un fraseggio imprevedibile. Notevole anche la fluidità e l’interplay tra Sivan e i suoi musicisti, capaci di creare un suono coeso, organico grazie a un invidiabile senso del ritmo e un approccio aperto alla melodia. Si avvertono forti le influenze di quel melting pot di suoni e culture che è Gerusalemme, città natale di Rotem, che danno vita a un amalgama sofisticato dove trovano spazio anche ampi riferimenti alla tradizione del jazz europeo. Il brano d’apertura, che dà anche il titolo al disco, è il prologo ideale per un lavoro che sa fare tesoro dei silenzi permettendo al contempo ai musicisti di esprimersi con grande naturalezza, lasciando intuire il mood che andrà a caratterizzare l’intero album. “Sun & Stars” è un valzer ipnotico alimentato dagli arpeggi di Rotem e dal brushing delicato di Stranhan; radicalmente rivisitato dal trio, lo standard “Angel Eyes” è un’audace reinterpretazione di un classico caratterizzato dal contrabbasso deciso di Cohen Milo e dal massiccio uso di effetti, che conferiscono al brano un allure di modernità; “One For Aba” svela un Rotem più intimista, capace di infondere alle proprie composizioni un lirismo maturo e mai scontato. Nello stesso filone si inseriscono “Yam”, parola che in ebraico significa “Oceano”, una ballata introspettiva che proprio all’acqua sembra ispirarsi per la costruzione delle proprie linee armoniche, e la toccante “I Wish You Where Here”, composizione in cui la forte coesione di questo trio, trainato dal tocco dinamico di Rotem, traspare con più forza. Secondo standard dell’album, “In Walked Bud” di Thelonius Monk mostra la vena più giocosa e sperimentale del chitarrista israeliano che, ispirato da sonorità provenienti dall’Africa, sceglie di sviluppare il tema principale del brano in modo del tutto inedito. “Almond Tree” è l’unico brano che si avvale del supporto di una voce, quella di David Wright, che dà sostanza a una ballata eterea che entra nel disco quasi in punta di piedi. Più grintosa e dal groove inconfondibile è invece “Fingerprints”, che mostra l’ennesimo registro di Sivan, perfettamente coadiuvato dai suoi musicisti. A chiudere il disco è ancora uno standard, una memorabile versione di “I Fall In Love Too Easily”, impreziosita dal sax dell’israeliano Oded Tzur, che si conferma sigillo ideale per un album che sa dosare alla perfezione senso del ritmo, lirismo e sensibilità compositiva. Descritto dal DownBeat Magazine come "un talento notevole e una nuova gradita voce sulla scena", Rotem Sivan, dopo essersi affermato negli Stati Uniti, si affaccia ora con il suo terzo album in Europa. Sivan ha debuttato nel 2013 con “Enchanted Sun” per la Steeple Chase Records, seguito dal suo secondo album "For Emotional Use Only” per la Fresh Sound New Talent Records. Entrambi i dischi sono stati salutati con entusiasmo dalla critica specializzata e sul DownBeat Magazine hanno ricevuto 4,5 stelle.