SUPER DOG PARTY  "Blues screen of death"
   (2015 )

I Super Dog Party in appena un lustro sono riusciti a imporsi sulla scena romana grazie all’elaborazione di un sound assolutamente unico e originale, ricco di echi provenienti dal secolo scorso e frutto del binomio inscindibile fra potenza e velocità. Tornano, dunque, con “Blues Screen Of Death”, prodotto solamente in vinile (ma dotato di Codice QR che, se fotografato col cellulare, collega al download diretto della musica in versione digitale), e.p. che raccoglie quattro interessantissimi inediti. Sebbene alla voce “genere” sulla loro pagina Facebook possiate leggere “rock’n’roll”, il genere praticato dai Super Dog Party è ben più complesso: oscilla fra garage/punk e blues a seconda che i ritmi siano più o meno serrati e che la chitarra suoni aggressiva e graffiante oppure più lenta ed elegante. Anche in “Blues Screen of Death” sono presenti i tratti caratteristici della band: robusti groove dettati da riff di chitarra a velocità sostenutissime, frequenti cambi di ritmo, linee di basso avvolgenti, violente distorsioni e improvvise accelerazioni di batteria. Il risultato è un sound assolutamente travolgente: con un cantato che si inserisce alla perfezione in un contesto simile, in sede live ci saranno buoni motivi per perdere la voce e pogare come se non ci fosse un domani. L’unica pecca (e questo la dice lunga sul valore del mini EP) è la durata: quindici minuti appena lasciano un po’ con l’amaro in bocca, perché l’ascoltatore si lascia facilmente trasportare in un moshpit a godere di un’esperienza sicuramente singolare. Dal rock’n’roll puro di “The Dark Passenger” al blues di “Subjet Dog Blues”, i Super Dog Party continuano ad essere loro stessi: confermano di possedere qualità importanti e la voglia di non curarsi troppo delle logiche del mercato né delle tendenze musicali del momento. E dal vivo non ci sarà un attimo di respiro. (Piergiuseppe Lippolis)