LINEA 77  "Oh!"
   (2015 )

Qualcosa si poteva già trovare in giro, ma mettere le mani sull'intero lavoro è sicuramente ben altra cosa, soprattutto quando si ha a che fare con una band così blasonata del panorama alternative italiano. Sì, insomma, bando alle ciance, sto parlando del nuovo disco dei Linea 77 – ''Oh!'' - in uscita il 17 febbraio. A cinque anni di distanza dall'ultimo full-length, con un paio di Ep nel mezzo, il gruppo torinese fa il suo ritorno sulla scena con questa prima pubblicazione per la rediviva etichetta INRI. Come s'intuiva dai due singoli anticipati (''L'involuzione della specie'' – ''Io sapere poco leggere''), il disco marca un ritorno sulle orme dei primi Linea 77; quanto meno riguardo l'approccio compositivo. Dieci pezzi d'attacco con poche tergiversazioni elettroniche, misconoscendo, a detta degli stessi, sperimentazioni inconcludenti tentate in passato. Dal drumming incessante alle chitarre distorte e graffianti; c'è tanto che ricorda i successi di ''Numb'' e ''Ketchup Suicide''. Le parti vocali non sono da meno: cariche di nuova linfa incendiaria. Dade, passato alla voce dopo l'abbandono di Emi, si dimostra all'altezza della prova, spalleggiato dal solido Nitto. Il risultato sono quarantacinque minuti di pura aggressione sonora (“una manata in faccia mentre stai dormendo”, come riporta d'altronde la stessa band nel blog ufficiale), senza dubbio proiettate ad una realizzazione on stage dinamitarda. Il dna dell'album s'intuisce benissimo ascoltando il pezzo d'apertura (''Presentat-Arm!''), un'apologia allo spirito di ribellione (giovanile), che altro non è se non l'avvenuta cristallizzazione musicale di un ritorno alle origini. Il disco scorre via veloce e rabbioso, mantenendosi su vette piuttosto alte, con picchi di violenza hardcore (''Caos'' feat Sabino dei Titor – ''Zero'') e frangenti più morbidi (si fa per dire), dove risaltano maggiormente le parti rappate (''Divide et impera'' feat. Eni?ma – ''Come stanno le cose''). Bella, e altrettanto rivelatrice dello spirito di quest'ultima esclamazione dei 77, la traccia di chiusura (''Non esistere'' feat. Franz Goria), omaggio punk reso ai Fluxus. Bentornati. (Andrea Pagliaccia)