NADAR SOLO  "Fame"
   (2014 )

''Fame'' è una parola che racchiude svariati significati, siano essi rintracciabili in senso letterale o metaforico. Il nuovo album dei Nadàr Solo contiene almeno altrettante sfaccettature nello scorrere delle 11 canzoni, che suonano in maniera tanto diretta quanto spiazzante per la disarmante spontaneità così rara di questi tempi. Inizialmente pensato come un concept sulle malattie psicosomatiche, il trio torinese ha presto abbandonato questa strada risultata troppo stretta: troppa la ''Fame'' espressiva. Tuttavia resta l’essenza stessa del titolo ad attraversare tutti i brani, quella fame d’amore e di accettazione, quel vuoto da riempire a cui i Nadàr Solo rispondono componendo di getto il disco scritto, arrangiato e registrato nella maniera più naturale. In un certo senso si può asserire che ''FAME'' comincia dove finiva un brano dell’album precedente - “Diversamente, come?” - intitolato ''Le Case Senza Le Porte''. In quell’occasione Matteo scriveva della contrapposizione tra chi sceglie di campare d’aria, poesia e libertà, e chi vive una vita basata su certezze e sicurezza. Proprio questi ultimi sopravvivono a volte senza riuscire a soddisfare la propria fame interiore, imprigionati da vincoli di stress, di costrizione in un’esistenza sbagliata, di pressione sociale e morale, mancato coraggio, amore negato. Matteo De Simone disegna affascinanti affreschi in cui personaggi evidentemente sofferenti vengono accolti con sguardo amorevole, ma senza compassione o ipocrisia. E’ così che brani come ''Cara Madre'' (storia di un’ipocondriaca), ''Ricca Provincia'' (storia di una bulimica) e ''Jack Lo Stupratore'' (storia di un impotente) raccontano come l’insoddisfazione può farsi malattia. Altre canzoni come ''Non volevo'', ''Piano Piano Piano'', ''La vita funziona da sé'', ''Splendida idea'' o ''Non Sei Libero'', accantonano il leitmotiv sin qui esplicitato, pur conservando quello della fame d’amore e di felicità, vista con occhi e sguardi differenti. Sulla forza sin qui espressa dai testi, si innesta il sound granitico del combo torinese, affidato alle cure del chitarrista Federico Puttilli, che ha coordinato gli arrangiamenti e parte della produzione presso i Massive Arts Studios, al fine di restituire senza fronzoli la foga e la potenza riscontrabili nei live dei Nadàr Solo. Tutto il materiale è stato pensato in modo da essere riproducibile dal vivo in maniera fedele, il risultato è un disco essenziale e potente in cui anche il drumming di Alessio Sanfilippo emerge in maniera decisa. Sul piano delle collaborazioni si registra la presenza di Mattia Boschi dei Marta Sui Tubi, che ha impreziosito con il suo violoncello i ritornelli e il finale di ''Cara Madre''. Nello stesso brano era prevista la partecipazione alla chitarra di Andrea Appino (The Zen Circus), sfumata a causa della nota pignoleria sabauda del trio: Appino ha giurato che non se l’è presa! In conclusione ''FAME'' è un lavoro di squadra in cui emergono le diverse anime degli attori in gioco: da un lato il peso dei contenuti testuali di Matteo - già autore di due romanzi tra cui “Denti Guasti” da cui Pierpaolo Capovilla ha tratto spunto per i testi de “Il Mondo Nuovo” - e dall’altra la qualità compositiva ed esecutiva di Federico e Alessio, apprezzata anche nei tour di Levante. In questo disco i ragazzi si sono affidati l’un l’altro, e come racconta lo stesso frontman della band: “Ci siamo dati carta bianca e abbiamo scoperto quanto è bello, rasserenante e gratificante fidarsi completamente delle persone che stimi”.