TONINO CAROTONE & GIULIO WILSON  "Mondo DiVino"
   (2025 )

Nel 1995, Zucchero pubblicava “Spirito DiVino”, col suo consueto gioco tra sacro e profano. Trent'anni dopo il gioco di parole ritorna, con un'accezione più specificamente enologica, grazie a “Mondo DiVino”, firmato da Tonino Carotone e Giulio Wilson.

Tonino Carotone ve lo ricordate tutti, me compreso, per quell'indimenticabile canzone al contempo comica e tristissima, “Me cago en el amor”, che nel 2000 imperversò ovunque col suo calore malinconico e la sua vita intensa. Giulio Wilson è un cantautore che ha lavorato con gli Inti Illimani e con Ron, attento alla canzone popolare oltre che d'autore. È anche enologo, e recupera antichi vigneti convertiti all'agricoltura biologica.

Appare chiaro che “Mondo DiVino”, uscito per Maninalto!, promuova l'attività di Wilson: tutte le canzoni sono imbevute, come direbbe Sheldon Cooper, di “succo d'uva fermentato da un batterio”. Ad esempio, i versi delle strofe di “Demasiado Internet, preferisco il Cabernet” terminano tutti con la parola “vino”. La titletrack cita i Quartetto Cetra in maniera ebbra: “Ba – Barolo – baciami piccina”, e i giochi di parole diventano arditi con “Le Tocai la Bonarda”, dove Wilson si scatena: “Passava una soave donnafugata (…) con un certo affinamento, non essendo mica recioto, tutto spumante abboccato la presi a brachetto e le diedi un dolcetto sul bianco collio”. Ho perso il conto di tutti i vini nominati!

“Vivo la vita intensamente” ricorda per forza di cosa la vita intensa di Tonino, che tutto il tempo del disco resta ancorato nel suo personaggio. Ma perché dovrebbe svestire quei panni? La sua voce roca è ancora così credibile e riconoscibile che è come ascoltare un vecchio amico. Il sound tra fisarmoniche e mandolini attinge a piene mani dal folk, facendo sentire Carotone a suo agio, lui che da sempre porta avanti una ricerca sulla musica tricolore anni '50 e '60 che tanto ama.

Queste sono proprio canzoni da tavola italiana: “Marinero Mareado” ha quella chitarra acustica in levare che troviamo in tutte le pubblicità di mozzarelle e olive della nostra terra. E visto che da poco è passato l'ottantesimo 25 aprile della Liberazione, ricordo che nella titletrack il vino viene descritto “rosso come il sangue che hanno dato i partigiani”, e più avanti compare “Mia Bella Ciao”, che non è una cover dell'inno della Resistenza, è solo citato all'inizio ma per andare altrove, in spagnolo. “Mamà” ambisce ad essere la nuova canzone world dell'anno, a causa del numero di nazionalità chiamate in causa: la romena, il pakistano, il cingalese, il marocchino ecc...

L'album finisce teneramente con “Le stelle”, perché, tra i fumi dell'alcool, i due artisti preferiscono la poesia, i sogni e la carne alla politica e alla religione, alle quali hanno dedicato la canzone: “Es asì, le palle sono tante”. Cin cin! (Gilberto Ongaro)