OMBRETTA COLLI  "Una donna, due donne, un certo numero di donne"
   (1975 )

Disco femminista e d’impegno, nel '75, per la futura politicante Ombretta Colli. Sono già anni, all'epoca, che si batte per i diritti delle donne, sia partecipando ad azioni collettive sia con canzoni ironiche e polemiche (LA REGINA DELLA CASA,TUTTE LE VOLTE). Ora ci prova con un album intitolato UNA DONNA, DUE DONNE,UN CERTO NUMERO DI DONNE. Ha chiesto al marito Giorgio Gaber una collaborazione così come l’ha chiesta all’amico Umberto Simonetta. Oltre ad essere una bella donna la Colli ha anche una fervida intelligenza ed un senso dell’umorismo molto spiccato. Il disco, edito dalla Fonit Cetra, è dedicato alla figlia Dalia e vi si legge: 'nella mia vita non ho mai fatto cose di cui essere particolarmente orgogliosa e neanche di questo disco lo sono. Comunque qui c’è un tentativo di dire di più e spero apprezzerai lo sforzo. Ascoltami con attenzione non perché io voglia insegnarti qualcosa (ho già rinunciato da tempo) ma perché attraverso questo disco mi conoscerai un po’ di più'. I temi dell'LP ruotano naturalmente intorno al tema donna. Si va dalla dissacrazione del mammismo al servilismo erotico, dalle convenzioni matrimoniali ai rapporti extra coniugali. Il tutto espresso in maniera divertente e con musiche gradevoli tanto da far accettare questi proclami in musica anche a chi, per costituzione, li odia (chi scrive, ad esempio). Molto indicativo è un titolo E POI HAI ANCHE IL CORAGGIO DI CHIAMARLO AMORE in cui si rimprovera al compagno o marito il bisogno di rovesciare i propri problemi, paure, angoscie, drammi ed impotenze (fisiche e non) addosso alla donna tanto che lei si chiede giustamente con che coraggio lo si chiama amore. Cerca di sintetizzare il ruolo che spesso si vorrebbe dare alla donna, una specie di porto-rifugio-mamma nella quale l’uomo trova conforto. Senza chiedersi se la stessa cosa potrebbe volerla la donna. Oppure nel brano in cui si mette alla berlina il gallismo maschile: mentre lui le sta parlando di cose che lei giudica molto sensate (in senso ironico) il suo sguardo indugia tra le coscie. Mentre le fa dei discorsi importanti con frasi appropriate e corrette i suoi occhi si posano nella scollatura della camicetta. Il brano in questione è intitolato IL MIO CORPO. Molto carina è LE TORTURE, canzone recitata che dice pressappoco così: si racconta in un libro che in una tribù primitiva ogni donna portava nascosto un oggetto ben legato alla schiena e appeso davanti al collo che le toglieva il respiro e le schiacciava il petto. Hai presente il reggiseno? Praticamente uguale. E via di questo passo, paragonando oggetti di tortura ad oggetti di uso comune per la donna. Naturalmente la Colli non parla per sé. Lei è una donna affermata, con un marito intelligente ed una madre soddisfatta. Si preoccupa però di tutte quelle altre donne che sono vittime di sorprusi od ingiustizie sociali. Una realtà che non la riguarda ma che la colpisce come essere umano. Potrebbe fare la diva e frequentare la Milano bene ed invece scende in piazza insieme alle femministe a bruciare i reggiseni o a scandire slogan ormai diventati famosi. Sceglie questo momento particolare per incidere il disco perché ha abbastanza visibilità in quanto reduce da una trasmissione di successo al fianco di Paolo Villaggio (GIANDOMENICO FRACCHIA) e prossima protagonista di RETE TRE insieme a Gianni Morandi nella quale trasmissione presenterà alcune delle canzoni proposte nell’album. Che comunque, dati i temi, non avrà un grande riscontro commerciale e che, ora, non è neanche facile a trovarsi. Il costo del vinile nelle varie mostre dovrebbe aggirarsi ora tra i 30 e i 50 euro. (Christian Calabrese)