DON MC LEAN "American pie"
(1971 )
Don McLean è stato il recordman delle vendite in Usa nella stagione 1972/73. Complice uno sceneggiato tv, la sua VINCENT (che ne è la sigla) raggiunge addirittura la vetta della classifica italiana. Don McLean fa musica di buona fattura. E' un folk singer che da anni è in pista ma trova il successo solo in questo magico '73. Il suo album, vendutissimo, si chiama AMERICAN PIE ed è quello con il pollice dell'artista in primo piano, con la bandiera americana sul polpastrello. Copertina famosissima, come famosissime sono la title track dell'album e l'ancora più famosa (per il mercato italiano) VINCENT, in cui racconta Van Gogh. Entrambe le canzoni sono un po' datate, come d'altronde l'album. Che non è l'ultimo in ordine di uscita, ma è quello che per primo ottiene il successo seppure in ritardo. Risale infatti alla fine del 1971. In AMERICAN PIE discetta sulla recente storia della musica americana, raccontandola in simboli: "The day the music die" è riferito ai tragici incidenti mortali di Buddy Holly e Ritchie Valens, "Eight miles high and fallin' fast" ai Byrds e alla loro canzone (EIGHT MILES HIGH), "The girl who sang the blues", per Janis Joplin più due riferimenti alla musica inglese (Beatles e Rolling Stones). VINCENT: la canzone apre con il verso "starry starry night", chiaro riferimento alla "Notte Stellata" dell'artista olandese. Essendo probabilmente di matrice prettamente americana, con poche concessioni alla moda corrente e con pezzi avvicinabili alle ballate country o alla musica tipica dei folk singer d'oltreoceano, non avrà altri momenti di gloria qui da noi. DREIDEL, suo successivo singolo, godrà di una buona promozione e avrà spazio in radio e sui media solo perchè conseguente al boom di VINCENT. La presenterà anche al Festival Internazionale di Musica Leggera a Venezia. Peccato perchè è un cantante piacevolissimo. Ascoltate la ballata, in stile fox trot anni '20 dal titolo WONDERFUL BABY, uscita qualche anno dopo per averne la conferma, oppure la bellissima AND I LOVE YOU SO. (Christian Calabrese)