EMERSON LAKE & PALMER "Pictures at an exhibition"
(1971 )
Fu un caso il 33 giri del complesso inglese degli Emerson, Lake & Palmer PICTURES AT AN EXHIBITION e cioè QUADRI AD UN ESPOSIZIONE, la famosa opera classica di Mussorgsky, dedicata dal musicista russo ad un suo giovane amico pittore morto precocemente. Una suite di brani pianistici ispirati ai quadri dell’artista esposti in una mostra nell’occasione del primo anniversario della sua morte avvenuta nel 1874. Questo è il punto di partenza del trio inglese. Diverso musicalmente dai due album precedenti nei quale si avvertivano le reminiscenze dei Nice e dei King Crimson, complessi dalle quali ceneri nasce il nuovo supergruppo. Si diceva di un "caso". Difatti non è semplice arrivare nelle prime posizioni della Hit Parade dell'epoca con musica che si potrebbe definire colta, sposata al pop. La bravura del gruppo è straordinaria. Strumentisti di livello eccezionale riescono a saper scegliere lo strumento adatto nel modo migliore e più appropriato. Keith Emerson al synthesizer, Gregg Lake alla chitarra classica e Carl Palmer con la sua eccezionale ritmica. La reinvenzione in stile progressive della suite del compositore russo vecchia di quasi un secolo dona all’opera una nuova freschezza grazie ad un taglio modernissimo nel quale la musica "ardita" (ai tempi) dalle radici affondate nella tradizione russa è ancora presente sebbene filtrata attraverso l’inventiva e i virtuosisimi del trio. L’album inizia con PROMENADE, tema ricorrente così come nell’opera russa. Seguono THE GNOME, THE SAGE, THE OLD CASTLE, BLUES VARIATION. Facendo conto di ascoltare l'LP e non il CD troviamo come brano d’apertura ancora PROMENADE e i due pezzi dedicati alle baba yaga, le streghe della tradizione russa. Il primo è tratto dall’opera di Mussorgsky, il secondo è opera del complesso. Ma sembra facente parte della stessa composizione. Il brano finale è THE GREAT GATES OF KIEV con un'appendice chiamata THE END-NUTROCKER, un brano classico arrangiato in maniera impeccabile, questa volta con un gusto vicino al jazz. Ecco, un disco del genere, suonato, scritto ed arrangiato da un equipe di musicisti eccellenti per un pubblico sicuramente colto e conscio di ciò che va ad acquistare, come fa a vendere così tanto? Improvvisamente l’Italia è diventata un popolo di raffinatissimi acquirenti di musica colta? E' stato un acquisto sullo slancio del successo di TARKUS (l’album precedente)? O c’è quella punta di snobismo che fa acquistare qualche cosa solo perché è "in" e poi nel segreto delle pareti domestiche si ascolta tutt’altro? Non lo sapremo mai. A Londra i tre danno sei concerti al Papillon di Piccadilly Circus (l’ultima esibizione musicale in quel teatro risaliva al 1908), esauritissimi fino all’ultimo posto: EL&P riescono a rendere ancora più che sul disco, cosa che sembrava impossibile data la difficoltà di esecuzione di alcuni pezzi. Per lo stesso motivo, cioè per il voler esibirsi sempre dal vivo, rifiutarono una partecipazione al celebre spettacolo di Mina e Alberto Lupo (TEATRO DIECI) che prevedeva una porzione di PROMENADE in playback. Loro rispondono che "un pezzo di canzone in playback non ha senso" e rispediscono al mittente l’invito preferendo dare tre concerti a Roma, Bologna e Torino, uno dei quali verrà ripreso per intero dalla televisione. (Christian Calabrese)