MANGO  "Adesso"
   (1987 )

Lo diceva anche nel titolo, che era il momento di raccogliere e passare alla cassa. C’era stato uno dei tanti passaggi opachi a Sanremo, con una “Dal cuore in poi” non del tutto indimenticabile, e poi arrivò il gol di una carriera. Servì una collaborazione con Lucio Dalla, per mandare Mango definitivamente in orbita, ma “Bella d’estate”, ancora adesso il brano forse più rappresentativo della trentennale carriera del lucano, era davvero un piccolo gioiello di pop, italiano per giunta. L’album riusciva a mediare tra le suggestioni di “Australia” e il continuo alternare tra elettronica e sentimento tipiche di “Odissea”, trovando una quadratura del cerchio forse irripetibile, se non per un “Sirtaki” di qualche anno dopo. Il rischio era quello di un sound ripetitivo, tra la riconoscibilissima voce di Mango e le ricerche di sintetizzatori che rischiavano di diventare fuori moda, vogando verso la fine del decennio. Ma lui aveva appena trovato la sua stella cometa, e prima di girare l’angolo mise in fila una serie di brani che non annoiano, e soprattutto capaci di crescere ascolto dopo ascolto, una volta depistato il rischio del superficiale accantonamento. “Attimi” e “Arcobaleni”, come prima cosa, per poi andare a cercare ulteriori arabeschi tra “Sera latina” e “Stella del nord”. I fan di Mango avevano trovato roba con cui sfamarsi per un decennio, e anche chi non era esattamente sintonizzato su questa lunghezza d’onda, colpito dal clamoroso successo della bella estiva a cui bastava arrivare “fin qui, come onde di notte sulla spiaggia-ah-la-la-la-la”, una volta guardata la vetrina, apprezzò lo sforzo. Erano tempi in cui lievitavano sempre di più i mostri dell’italmusica, con Vasco e Zucchero a dominare in lungo e in largo, ma una piccola fetta di torta, quasi senza farsi notare, la stava prendendo pure lui. (Enrico Faggiano)