SQUALLOR  "Cielo duro"
   (1988 )

Ebbero la buona idea di non usufruire del successo che, tramite “Indietro tutta”, aveva portato alcuni slogan squalloriani al grande pubblico. E il disco che ne uscì, per la prima volta lasciando più di un anno tra una incisione e l’altra, andava di pari passo con tutti quelli precedenti. In “Cielo duro” troviamo una nuova puntata della saga di Pierpaolo, stavolta finito – su base clamorosamente islabonitiana – a cercar di impalmare Madonna. Troviamo una “Attrazione anale” che avrebbe meritato le disco-rock, se ci fosse stata la possibilità. Troviamo una “Carceri d’oro” che diventerà una profezia su tante vicende tangentiste degli anni successivi. Le solite canzoni napulitan-ricchione e, soprattutto, quella che forse è la canzone più politica mai messa in giro dagli Squallor: “Mi ha rovinato il 68” racconta la disillusione di quegli ideali molto meglio di tante altre robe, fatte con meno parolacce, forse, ma meno sincerità. Alla fine, dice Savio, cercavamo solo di accoppiarci, sognando un mondo migliore senza capire bene cosa stesse capitando: vagli a dare torto. Ancora una volta, anche se erano passati i tempi delle cassette nascoste nell’autoradio, sentite con gli amici dopo averle nascoste dagli occhi delle pudiche fidanzate degli anni ’70, gli Squallor avevano fatto centro. (Enrico Faggiano)