GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO  "Nostra signora della dinamite"
   (2009 )

Giorgio Canali torna con il suo quinto album in studio, accompagnato dai fedeli Rossofuoco: indomabile, vagabondo e spudorato, torna a riversarci addosso la sua scarica di rabbia e poesia, senza scampo per nessuno. “Nostra signora della dinamite” è fedele alla linea di Canali, che in un equilibrio tormentato tra rumore disincantato e acri ballate, ci racconta il mondo che fa finta di cambiare eppure non cambia mai, “rimanendo invece la stessa merda di sempre”. Dopo il disco e il tour con il suo protetto Vasco Brondi, alla vigilia dell’ultimo (e definitivo) album dei P.G.R., Giorgio Canali ci aspetta ancora una volta al varco, se vogliamo veramente guardare in faccia la realtà. Sarà perché “le canzoni di merda sono più facili da imparare” che Canali non ha mai avuto né voglia né bisogno di scriverne. Sarà perché Giorgio si è fatto il culo in giro per i locali a dar man forte alla sensazione più bella del 2008: "Le luci della centrale elettrica", che ha scoperto proprio lui. Sarà perché questo Vasco Rossi maudit in bilico tra Ferrara e Parigi è da anni che mangia volutamente merda nel mitico mondo dell’underground, con le orecchie tese al mondo. Sarà perché lui, come pochi altri, ha la capacità di cantare canzoni per “cuori anoressici”. Sarà per queste o altre diecimila cose del suo glorioso passato e intrigante presente che "Nostra signora della dinamite" suona poetico ogni volta che giri l’angolo, incazzato e rabbioso sotto una patina di dolcezza, disincantato e morbido (sì, tante ballate questa volta). Basta ascoltare le sue parole per capire: “È il quinto album della mia vita con il mio nome scritto più in grande degli altri, il quarto con scritto sopra “Rossofuoco” (mai abbastanza grande). Dieci anni sono passati dall'inizio della mia piccola inchiesta personale per cercare di capire che fine avesse fatto Lazlotòz, nel frattempo il mondo ha continuato a fare finta di cambiare, rimanendo invece la stessa merda di sempre... e come abboccano tutti a questa balla del cambiamento. Dieci anni in cui ho continuato a invecchiare sfornando piccoli capolavori, passati per lo più inosservati. Eccone un altro, si chiama “Nostra signora della dinamite”. È il quinto album della serie “album che vorresti avere con te in caso di naufragio su isola deserta”, ma evitate di naufragare, porta sfiga. Esce “per caso” (il caso non è mai così fortuito come sembra) contemporaneamente, ancora una volta, all'ultimo (e questa volta definitivo) album di P.G.R., altro progetto di cui vado molto fiero e, “per forza”, visti gli impegni live, un anno dopo l'album di Vasco della "centrale elettrica". Posso essere molto soddisfatto di questo incipit della “mia terza età” ormai giunta”.