FORMANTA "F!"
(2008 )
I Guns n'Roses (o meglio ciò che ne rimane, cioè Axl Rose e praticamente basta) ci hanno messo 15 anni per fare uscire "Chinese democracy". I Formanta, per registrare "F!", ci hanno messo... un giorno. Non si tratta solo di diverse possibilità economiche (anche se, magari, questi ragazzi romani qualche giorno in più di sala d'incisione l'avrebbero probabilmente gradito...): si tratta, sicuramente, soprattutto di scelte. Al bando i suoni levigati e, quindi, innaturali e inscatolati. Al bando ricercatezze eccessive, che tolgono spontaneità. Qui la proposta (e quindi i suoni, la scrittura, l'esecuzione, e tutto il resto) doveva essere immediata, quasi live, cosa all'ordine del giorno fino a qualche tempo fa, anche mella musica "che conta", ma ora (chissà perché) spesso rigettata come le peggiori malattie. Evitate così le sonorità artefatte ed artificiose, ciò che rimane è la proposta, nuda e cruda, dei Formanta. Che vince, e convince. Nome preso a prestito da una marca sovietica di chitarre, i Formanta decidono di stupire anche per il packaging di questo loro e.p.: le trecento copie della prima tiratura (si spera non l'ultima, è ovvio) portano tutte copertine disegnate artigianalmente, uniche rispetto alle altre. Cinque brani, compatti ma variegati, con un'onda sonora, di stile new wave primi anni '80, dall'urto notevolissimo e piacevolissimo: qua e là rieccheggiano sonorità a-la Xtc, a tratti spunta addirittura Billy Idol (soprattutto nel riff iniziale di "Still life"), mentre la voce di Sabrina ricorda a volte Chrissie Hynde dei Pretenders, a volte Deborah Harry dei Blondie, a volte la divina Bjork, soprattutto per l'uso dell'omnichord, lo strumento musicale elettronico più volte utilizzato dalla cantante islandese. "Tutte le parole" (unico brano del lotto ad essere interpretato in lingua italiana) è probabilmente il punto più alto del disco, ma è il livello dell'intera proposta ad apparire davvero alto. Urge una prova sul lungo percorso: anche se, va detto, le possibilità che si tratti di una prova vincente paiono molto, molto alte. (Andrea Rossi)