CHERRY LIPS  "Cherry Lips"
   (2008 )

A vederle bene, magari senza quel pesantissimo trucco che le mette a mezza via tra i Twisted Sister e le Sorelle Bandiera, sono di un avvenente e sexy che, se avessero preferito la via velinica, ora le vedremmo ad un qualche reality, o nella tribuna delle wags del Milan. Invece hanno scelto la via del rock, tanto difficile quanto particolare: perché di rockettare femminucce ce ne sono poche, e il rischio di assomigliare a qualcosa che già c’è, ahinoi, è facile. Prendono il nome (“casualmente”, dicono loro) da una canzone dei Garbage, e pur ammettendo che le loro influenze musicali sono gli Ac/Dc et similia, qui c’è più Shirley Manson che non Angus Young. Vengono da Verona, hanno una cantante blandamente figlia d’arte (il babbo è Tim Parks, scrittore e traduttore di fama), e ai trucchi e rossetti aggiungono chitarre tirate e riff quasi fuori moda, nel mondo d’oggi. Con un atteggiamento davanti alle telecamere classiche del glam-rock, con lingue fuori e smorfie che avrebbero fatto la gioia dei Poison, bisogna ammettere che sotto il vestito c’è roba gradevole – è uscita così, scusatemi, ma intendevo “gradevole per le orecchie” – e questi 40’ passano piacevolmente, tra una “Mean hot and nasty” che è il loro proclama ad aver diritto, come i maschietti, a dei groupies, una “Dead or alive” iniziale a far capir subito di cosa si stia trattando, fino ad una curiosa cover di “Girls just want to have fun”. “Siamo ragazze e vogliamo divertirci!”, gridano anche loro, e pur nel manierismo di una opera prima che cerca ancora una via verso l’originalità, potete mettere questo cd in auto, ritmare la batteria sul volante (attenti a non far partire l’airbag!) e anche il traffico sembrerà più facile da sopportare. (Enrico Faggiano)