DARIO ANTONETTI "L'estetica del cane"
(2007 )
"Così mi son svegliato, effettivamente mi ero addormentato". Si può comporre un'intera canzone ripetendo all'infinito quest'unica frase? Evidentemente sì. E, qui sta la sorpresa, lo si può fare in maniera convincente. Parliamo di "Risveglio", il brano conclusivo del nuovo album di Dario Antonetti, il variegato ed appassionante "L'estetica del cane". Dicevamo: si può comporre un'intera canzone ripetendo all'infinito quest'unica frase, neanche troppo pregnante ed illuminante, se mi è consentito? E in un consesso di brani rapidi ed accennati (mediamente di durata inferiore ai 3 minuti, in un caso addirittura inferiore ai 2), è possibile che la singola, suddetta frase dia invece vita alla traccia più lunga dell'intero lavoro, addirittura 6'37"? Certo, l'abbiamo già detto, è possibile. Del resto esistono precedenti illustri: Antonello Venditti, nel lontano 1974, editò l'album "Quando verrà Natale", la cui title track ribadiva all'infinito la singola frase "Quando verrà Natale tutto il mondo cambierà". Antonetti, però, non è Venditti: senza voler fare categorie di merito (non c'è merito nella musica, se non nel gusto personale), è indubbio che il folle e visionario Dario compia un percorso tutto suo, non avvicinabile a nessun'altra proposta in giro per lo Stivale, men che meno a quella del buon Antonello. Musica sperimentale, certo, ma tutt'altro che difficile ed inavvicinabile, anzi. Ce ne eravamo già accorti grazie al precedente e.p. "Sono il figlio dei Pink Floyd", di cui 3 delle 4 canzoni proposte ("Se tu fossi una di quelle", reprise dell'ultimo disco degli Effetto Doppler, "Chiocciolin@" e "L'artista indipendente") compongono l'ossatura di questo disco, insieme alla già citata "Risveglio" ed alle non meno pazze "Canzone d'amore per una testa di cazzo", la title track "L'estetica del cane" e persino "Miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di stelle". Tante idee, tantissima sperimentazione, ed anche tanto mestiere, per un artista che sa fare musica come pochi altri, e come pochi altri sa stupire. Non fosse italiano, forse staremmo già gridando al miracolo. (Andrea Rossi)