HUBERT KAH "Best of"
(1998 )
La storia inizia nei primissimi anni '80, quando in Germania viene a nascere un movimento musicale chiamato Neue Deutsche Welle (la "new wave tedesca", per intenderci). Ingredienti? Un po' di punk, un po' di ska, un frullo di elettronica, e un pizzico di demenzialità: ci si presentava a suonare vestiti come pagliacci, come gli amici di Dorothy nel Mago di Oz, quasi a voler rompere con la musica cosmica e con l'algidità dei Kraftwerk. Per fare un esempio a voi, miei piccoli lettori, posso raccontarvi di come almeno due pezzi di questo genere ebbero successo anche in Italia, nel finire del 1982: la quasi assurda "Da da da", dei Trio (quella rifatta poi in onore di Paolo Rossi e compagni, "son tutti figli di Bearzot, ah ah"). O, se vogliamo, anche "Der kommissar" di Falco, che magari apparteneva a tutt'altro genere - ed era austriaco - ma che in fin dei conti, superficialmente, ci poteva assomigliare. Allargando ancora di più il concetto, il saltellante Alberto Camerini di "Tanz bambolina", in questa baraonda, ci sarebbe stato bene. I nostri Hubert KaH nacquero dal calderone di 'sta NDW: trio che faceva capo a Hubert Kemmler, ebbe un discreto boom con le varie "Sternenhimmel", "Einmal nur mit Erika", "Rosemarie", conciandosi come dei fessi e dando ai loro scatenati brani un che, comunque, di ipnotico e particolarmente divertente. La folgorazione sulla via di Damasco avvenne poi dopo, quando entrarono nel team di Michael Cretu e iniziarono una collaborazione reciproca: loro davano una mano firmando pezzi per Sandra, spesso suonandoci e coreggiando (senza s, sia chiaro!) dietro, e in cambio Cretu rimodellò il loro stile, rendendoli quasi una versione maschile della sua consorte. Arrivarono sia brani in lingua germanica di gran classe e spessore ("Wenn der mond die sonne beruhrt", "Engel 7", o "Solo tu", che di italiano aveva solo il titolo: se vi piace il genere Sandra-Cretu, per queste tre impazzirete), ma anche roba in inglese, con tentativo riuscito in parte di uscire dai patri confini. "Welcome machine gun", "It's me Cathy", "So many people" non erano, come magari si sarebbe potuto pensare, scarti della famiglia Cretu, ma vivevano benissimo di luce propria, mentre "Military drums" fu l'unico brano che, relativamente, fu conosciuto anche in Italia. Con tanto di remix, nel 2003, che fece buon successo nelle discoteche senza però che nessuno abbia avuto voglia di ripescare l'originale. Una raccolta di questa sigla racconta, appunto, di come il progetto Hubert KaH sembri due band diverse, quella ancora legata alla Deutsche Welle e quella poi entrata nel giro di Michael Cretu: se siete amanti dell'alchimista teutonico-romeno, scoprirete qualcosa che vi piacerà molto. E, parola di scout, vi andrà bene anche la loro fase precedente: provare per credere. (Enrico Faggiano)