SNEAK "Hypocrisy's fair"
(2006 )
Gli Sneak vengono dal Trentino, e suonano metalcore, anzi "nu metalcore". Ma, diciamolo subito, la cosa più interessante della loro proposta sono le improvvise aperture melodiche. Prendete ad esempio "Whirly brain", che chiude questo e.p., oppure "Non senti", unico episodio in madre lingua: l'andamento dei rispettivi brani, finché seguono gli stilemi del genere, scorrono via senza scossoni, vale a dire senza infamia ma nemmeno senza grosse lodi, poi arrivano, imprevisti ma liberatori, questi inserti melodici, che fanno decisamente, ed immediatamente, lievitare l'attenzione dell'ascoltatore. O ancora "Without feelings", nella quale appaiono a sorpresa accattivanti sonorità tribali africane. E' questa, a parere di chi scrive, la miglior propensione degli Sneak: quella della contaminazione. Se, comunque, si tratta (ovviamente) di suoni duri e ruvidi, in tutto il disco si nota una apprezzabile ricerca di nuove strade, che spesso sfocia in variazioni ritmiche forse non facili ed immediate ma decisamente benvenute. Discorso a parte, ahimè, quello del messaggio che i quattro ragazzi vogliono trasferire all'ascoltatore, di protesta contro l'individualismo moderno (e fin qua siamo d'accordo tutti), ed anche di lotta contro qualsiasi forma di potere. Qualsiasi. E qui, forse, c'è un po' di confusione: che, se dettata dalla giovane età, è ampiamente perdonabile, ma che difficilmente è condivisibile se applicata a qualsiasi contesto. L'intro, a mo' di chiarimento immediato dei contenuti, recita ad esempio: "La causa vera di tutti i nostri mali è la democrazia, cioè il governo della maggioranza, perché quando in molti governano si ottiene la tirannia mascherata da libertà". Vallo a spiegare ai partigiani... (Andrea Rossi)