SANDRA  "Fading shades"
   (1995 )

Aprire gli occhi, vedere il mare di Ibiza davanti alla finestra di casa propria, e cantare la prima ninna nanna ai propri gemelli che stavano crescendo nel proprio grembo: il modo migliore per essere ispirati, e per creare un gioiellino, "First lullaby", talmente bello da spingere i due pargoli a voler nascere prima per ascoltarla con le proprie orecchie. Pagava un certo tributo a "Beautiful boy" di John Lennon, ma meritava, da solo, il prezzo del biglietto di questo album, con cui Sandra si accomiatò dal proprio pubblico per un po' di tempo e dedicarsi alla prole. Disco di classe, per chi si stava sempre più emancipando dai vecchi tempi, e che stava comunque vedendo il mercato musicale cambiare attorno a lei, con nuovi personaggi che salivano alla ribalta e spingevano per togliere dalle luci dello show biz chi, come lei, c'era già da oltre un decennio. Esordì con una cover di "Nights in white satin", famosa anche in Italia nella versione beat nomata "Ho difeso il mio amore", e di cui venne fatto un video che la ritraeva solo a mezzobusto per celare il pancione, e con la solita produzione familiare raccontava anche altre buone cose, in particolare "Son of a time machine", che avrebbero meritato maggiori fortune. Delicatamente, Sandra cercava di costruirsi un suo spazio, chiedendo il diritto di passare, dal ruolo di dancequeen, a quello di soffice intrattenitrice: più tranquilla e men o discotecara, insomma, con una virata inevitabile che era già iniziata qualche tempo prima. Purtroppo, il solo nome "Sandra" non bastava più a smuovere le masse, ma forse nemmeno lei lo voleva più. Buon disco, comunque, da ascoltare magari cercando di isolarsi da quel tanto, troppo britpop che all'epoca infestava le radio: qui si abbassavano i toni delle chitarre, e si alzavano quelli del cuore. (Enrico Faggiano)