DIEGO MANCINO  "L'evidenza"
   (2008 )

Che piacere totale, ascoltare questo album di Diego Mancino. Soprattutto per la qualità, che in questo disco è profusa a piene mai: non c’è una singola nota banale, non c’è un singolo passaggio del testo che non esprima tanto, tantissimo. Più di quanto parecchi colleghi di Diego non elargiscono in un intera carriera. Ma non solo: dà un grandissimo piacere, l’ascolto di questo “L’evidenza”, perché è la tangibile dimostrazione di come non sia vero che la qualità assoluta non possa andare a braccetto con una immediata fruibilità. Questo disco smentisce, insomma, chi afferma che o si fa la qualità o si fa la fame. Magari non diventerà miliardario, Mancino (se mi sbaglio, spero si ricorderà di me…): ma, a giudicare da quanto (giusto) rumore stia sollevando questo disco, si può davvero affermare che, in questo caso, la qualità ha pagato, eccome. Secondo album (dopo “Cose che cambiano tutto” del 2004), questo “L’evidenza” segue, in effetti, un periodo di iperattività dell’artista: c’è stata l’ormai celebre esperienza dei Rezophonic, il grande progetto musicale a sostegno di AMREF e della sua campagna “idrica” per l’Africa, dove Diego ha partecipato insieme a Negramaro, Lacuna Coil, Negrita, Le Vibrazioni, Roy Paci, Linea 77, Verdena, solo per citare alcuni degli artisti coinvolti. Ma Mancino ha anche affiancato Fabri Fibra (sì, proprio così) nel singolo e nel video “Idee stupide” (anche se, in effetti, il suo stile è lontano anni luce da quello del rapper), ed è stato co-autore di “Ami lei o ami me”, il primo singolo di Roberto Dell’Era (nuovo bassista degli Afterhours). Verrebbe da dire che tutto questo lavoro non abbia proprio sottratto energie dalla scrittura di queste nuove canzoni, compiute e rotonde come non mai: uno splendido viaggio musicale a ciondoloni tra rock europeo, musica d’autore italiana e poesia. Davvero consigliabile. (Andrea Rossi)