LUIS MIGUEL  "Noi ragazzi di oggi"
   (1985 )

Sarà capitato anche a voi. Di andare in Spagna, o magari ancora più in là, in Mexico. Di entrare in un negozio di dischi, e di trovare scaffali interi dedicati ad un signore, biondastro, con occhio da iberico cazzuto pronto a fecondare le pulzelle con il solo battito di un ciglio. O magari di vederlo appaiato, nel gossip, a una Mariah Carey qualunque (chi non lo è stato, del resto?). O di trovare qualche canale satellitare dove trasmissioni musicali lo riempioni di premi. Magari il nome vi dice qualcosa, ma la mente sembra proprio non volerne sapere di darvi la risposta. E spulciate i suoi dischi, fino a trovare un "mes primeros", ovvero un "Le origini". Un titolo vi colpisce: "Muchachos de hoy"... Diamine, cos'è.. cos'era.. Non ci vuole un traduttore per arrivarci: "Ragazzi di oggi". E sarà capitato anche a voi, nel negozione spagnolo, di urlare "Ma era il dentone che andò a Sanremo!". La gente vi guarda pronta a chiamare la polizia, mentre una conferma del vostro sospetto arriva dall'autore di quella canzone, tale S. Cutugno. Aveva 15 anni scarsi, quando venne catapultato a Sanremo nel 1985, dopo aver saggiato il terreno con una evitabile "Non mi devi trattar così / un cretino che molli qui". Apparì con il vestito da prima Comunione, una sciarpetta bianca e, soprattutto, una dentatura che avrebbe fatto spaventare il microfono: per fortuna c'era ancora il playback, e il rischio di un morso venne evitato. Fu per qualche mese l'alternativa latina alla british invasion che aveva reso le stanze delle ragazzine un mosaico di jontailor e di garichemp, di saimonlebon e di giorgmaicol. E se i maschietti potevano sopportare, perchè in fin dei conti "The wild boys" era ascoltabile, le urla di Luigi Michele andavano oltre ogni pazienza. Tutti voi, per un bacino sulla guancia dalla bella della classe, vi sarete turati il naso e, mascherati con occhiali neri, sarete andati in edicola alla ricerca di un Ciao2001 con poster del Dentone Messicano. Tutti voi avrete accettato di telefonare ad una radio locale per dedicare ad una Barbara o ad una Francesca l'immensa "Noi ragazzi di oggi". Non dite di no. Il disco, prodotto fatto e finito con il suo faccino (a bocca chiusa) in copertina, era qualcosa di inascoltabile: un Toto Cutugno che cercava di rivolgersi ai teenagers, se qualcuno volesse provare ad immaginarselo. Troppo. Finita la sua stagione, in Italia non ha mai avuto il coraggio di ripresentarsi. Anche se nel mondo latino diventava un idolo, e anche se nella nostra stessa malcapitata penisola tanti ispanici sono riusciti a farsi largo. Lui, per fortuna, se n'è ben guardato. Eppure anche Ricky Martin, da ragazzino, calpestò le assi di Sanremo, insieme alla sua boyband dell'epoca, tali Menudo. Ma almeno non ci mise la faccia. Pardon, i denti. (Enrico Faggiano)