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THE MARIGOLD  "Erotomania"
   (2007 )

Gli abruzzesi Marigold (da Lanciano, per la precisione) hanno, è indubbio, ascoltato molta musica, prima di produrre questo cupo ma avvincente "Erotomania". Hanno, soprattutto, digerito parecchio il signor Robert Smith ed i suoi Cure (che "Erotomania" sia forse figlio del celebre "Pornography"?): ma, nel tempo libero, hanno probabilmente consumato anche qualche cd degli Alice in Chains, degli A Perfect Circle o dei Bauhaus, tanto per gradire. Quello, poi, a cui non erano arrivati dopo siffatti ascolti, glielo ha donato Amaury Cambuzat degli Ulan Bator e dei Faust, che ha prodotto il disco, suonando qua e là e cantando pure in "Mercury". E, se ancora non bastava, il tocco finale glielo ha fornito Umberto Palazzo, chitarrista di prim'ordine del panorama rock tricolore. Con questo, intendiamoci, non vogliamo dire che i Marigold non ci abbiano messo niente di proprio, tutt'altro: prendete "Voices", ad esempio, o ancor di più "Mongolia", e scoprirete le grandi potenzialità di questi 3 ragazzi. Il tenutario ed ideatore del progetto "The Marigold" (che il prossimo anno compirà già 10 anni di vita, essendo nato nel '98) è Marco Campitelli, al quale si affiancano Stefano Micolucci e Giovanni Lanci. Solita trafila, per loro: lunga e svariata attività live, tre demo, poi finalmente, nel 2004, arriva l'esordio "vero" con l'E.P. "Divisional", che ottiene attenzione anche al di fuori dai confini nazionali (nella fattispecie Austria, Francia e Slovenia), grazie alle tournèe compiute insieme a Cut, Ulan Bator e Santo Niente. Poi, il presente, chiamato "Erotomania", primo album sulla lunga distanza, duro ma, al tempo stesso, variegato: rock, certo (noise ed alternative), ma anche ambient e new wave. Esaustivo della molteplicità della proposta è il momento, più o meno centrale nel disco, quando, dopo il finale duro e distorto di "Dogma", arriva la già citata "Mercury", brano totalmente differente, quasi rilassante, al punto che sembra appartenere ad un'altra band. Niente affatto, i Marigold sono tutto questo, ed anche altro. Non ci stupiremmo se domani ci proponessero brani eterei alla Nick Drake, o un rock'n'roll alla Gene Vincent. La forza, molteplice e varia, delle note, insomma. Quando sono ben fatte, è logico. (Andrea Rossi)