POLAR FOR THE MASSES  "Let me be here"
   (2007 )

Ho ascoltato a lungo questo cd, prima di sedermi e scrivere questa recensione. Tante, svariate volte. Non perché non sapessi come descriverlo, anzi: l'esatto opposto. Il problema (problema?) è che, ad ogni ascolto, "Let me be here" mi rivelava sfumature nuove, nuove angolazioni dalle quali giudicare il tutto. Ecco, intanto si può dire (senza temere di sbagliare) che questo disco d'esordio per il trio vicentino Polar For The Masses è un'opera variegata. Si tratta di rock, è chiaro: noise rock, se amate le etichette. E', soprattutto, per chi vi scrive, ottimo rock, e tanto basta. "Break out", "Come back", "Behind" e soprattutto "Better than you" sono da applausi, tanto per mettere qualche paletto: la seconda e la quarta, ad esempio, stento ad infilarle nel filone noise, ma tant'è, l'ho già detto, non amo troppo le classificazioni. L'uscita proviene dall'etichetta "Black Nutria", che realizza le proprie produzioni ideandole solamente per la distribuzione digitale (il cd "fisico" l'abbiamo ottenuto in pochi fortunati): il discorso pare pagare, considerando che questi 3 ragazzi (Simone, Davide & Jordan), da assoluti sconosciuti, senza alcun supporto pubblicitario, hanno già registrato e superato i 500 download a pagamento, meritandosi un notevolissimo numero di concerti in giro per tutta l'Europa. Il loro nome nasce da una vecchia Volvo Polar, affidabile ma pesante e quindi lenta, che i ragazzi possedevano "in comune": questo (forzato) guidare facile ma senza fretta è divenuto un po' la "filosofia" del gruppo, anche al di fuori dell'amato veicolo. Un luogo (fisico ma anche mentale) nel quale condividere con calma, senza patemi e paturnie, il proprio vissuto, le proprie esperienze. Un progetto musicale vincente, al punto da sperare che l'augurio insito nel nome stesso della band, quello di portare la proposta "alle masse", sia davvero realizzabile e realizzato. (Andrea Rossi)