FRANCO BATTIATO  "L'imboscata"
   (1996 )

Alla fine tornò tra noi. Che Francuzzo sentisse la mancanza degli airplay, lo si potè notare fin dall’uscita del primo singolo, che alzava il volume delle chitarre urlando che si viveva in “Strani giorni”. Lo erano, infatti, mentre le varie traversie discografiche fecero nascere, proprio in questo periodo, un assurdo fiume di raccolte, studio collection, live collection, straplatinum collection, varie ed eventuali, che da anni intasano gli scaffali dei negozi e rendono quasi impossibile, agli occhi dei passanti non inseriti nella comunità abbattiata, discernere tra discografia ufficiale e disturbante. “L’imboscata” uscì a fine 1996, e la paura di un secondo “Ombrello” fu fugata subito dal singolo d’esordio, e dal ritmo della prima canzone, “Di passaggio”, che spiegava la situazione: niente più monaci tibetani, vero, ma liriche sgalambriane più vicine al popolo di quanto non lo fossero state nel precedente. Al resto ci pensa un ritrovato senso del ritmo e della melodia (citofonare “Segunda Feira”, o la trascinante “Serial killer” finale). Battiato in ottima forma, che spara il suo essere poliglotta – qui cinguetta in inglese, tedesco, greco, portoghese, oltre allo spagnolo della versione internazionale – e ritrova il successo e le classifiche grazie anche ad una promozione che non si pone problemi anagrafici quando si tratta di andare su canali solitamente adolescenziali. E, se poi ci fossero stati problemi per la canzone del secolo, si passa a “La cura”, le parole che ogni donna vorrebbe sentirsi dire. Battiato era rinato, per l’ennesima volta. (Enrico Faggiano)