DIPLOMATICO E IL COLLETTIVO NINCO NANCO  "Il pianto delle sirene"
   (2025 )

Per fortuna, non mi sono fatto condizionare dal bizzarro nome di questa band veneziana, per la quale, fino a qualche anno fa, avrei arricciato il naso non gradendo (in generale) ragioni sociali lunghe, a prescindere se trattasi di musica o di cinema (odiavo i titoli della Wertmuller, per esempio…).

Che ce ne importa a noi, direte… ed avete ragione! Occorre badare al sodo, alla sostanza e, in effetti, in questo terzo album “Il pianto delle sirene” del Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco, di sostanza ce n’è parecchia, guarnita di molti risvolti stilistici ragguardevoli, poiche l’impasto tra cantautorato, funk e world-music è aspetto di notevole rilievo godibile per una mezz’oretta.

Dal Dio “Nettuno” la navigazione prende il largo con aere ammaliante, ma la nave della band agita presto le acque con la frizzante “Il cane non c’è”, un goccetto di “Whisky”, e la carismatica e dinamica “Ulisse”: il tutto incanalato in un “Mondo dei pazzi”.

Benché tutto sembri “easy”, la delegazione veneta prova ad esorcizzare tematiche delicate come l’assurdo quotidiano del vivere, che sembra obliare completamente l’importanza della verità, tra smarrimenti e arroganze sociali. Però, le riflessive “Via Elisabetta”e “Wapò” sono atti, se volete, certamente classicheggianti ma pur sempre dettati con spartiti ricercati.

Avanti ciurma! E' ora di virare verso lo splendido etno-blues di “Corine” e l’ammiccante pop-ska di “Messico”. Insomma, capitan Francesco Scatigna, con il suo preparato equipaggio, ci ha condotto in un itinerario emotivo notevole, in un saliscendi di onde imprevedibili, solcate con la padronanza di un timone che condurrà sempre nel porto sicuro del gradimento di tutti noi. “Il pianto delle sirene”? Opera… Serenissima! (Max Casali)