KARVANE "Thousand yard stare"
(2025 )
I Karvane sono una band metal francese, nata nel 2020 con il desiderio viscerale di scardinare i codici e ridare voce all’istinto: Christobal Aliaga al basso, Didier Aliaga alla batteria, Diego Aliaga voce.
Il loro esordio è stato con “Trahison”, un urlo crudo e sincero che ha segnato l’inizio di un percorso tutt’altro che lineare e che ha fatto molto rumore, ma è solo oggi, dopo aver attraversato turbolenze artistiche e personali, che il progetto prende davvero forma.
Il trio, completato dall’arrivo di Didier alla batteria, si presenta ora più compatto e potente che mai. Diego, che ha abbandonato le bacchette per mettersi al centro del palco, sorprende per la naturalezza con cui è diventato un frontman carismatico. La sua voce gutturale, ruvida e viscerale, è il vero motore emotivo del gruppo perchè non si limita a cantare, ma graffia.
Cristobal, al basso, è il pilastro su cui tutto si regge: preciso ma mai rigido, il suo suono è elastico, vibrante, sempre al servizio del brano. Didier, da parte sua, porta in dote una solidità ritmica invidiabile, con un tocco che unisce esperienza e istinto, precisione e impatto.
Il 21 marzo 2025 è uscito il loro nuovo album, “Thousand Yard Stare”. Colpisce la scelta di un titolo in inglese, così come per due degli otto brani, in netto contrasto con i testi, interamente cantati in francese. Una tensione affascinante tra identità e universalità, tra l’attaccamento alle proprie radici e il desiderio di aprirsi a uno sguardo più ampio, internazionale.
Il titolo "Thousand Yard Stare" (che significa "sguardo da mille iarde") prende ispirazione dalla guerra, in particolare dalla Prima Guerra Mondiale, quando i soldati, segnati dal trauma, mostravano uno sguardo vuoto e distante. Questo sguardo simboleggia l’alienazione e la sofferenza psicologica derivante da esperienze estreme che, in questo contesto, sottolinea la sensazione di disillusione e distacco emotivo, come se l'artista guardasse oltre la superficie, riflettendo su esperienze difficili e dolorose. Un richiamo potente a ciò che rimane dopo aver affrontato l'orrore.
Anche il brano "No man's land" prende il nome da un'espressione militare usata durante la Prima Guerra Mondiale per indicare la zona tra due trincee, pericolosa e sotto il fuoco nemico. Oggi, il termine viene utilizzato anche in senso figurato per descrivere situazioni di incertezza, isolamento e abbandono, temi che la band continua a esplorare, probabilmente influenzata dagli eventi globali.
L'espressione "Git gud, scrub", usata per dare il titolo alla quinta traccia, è un modo ironico e spesso sarcastico per prendere in giro qualcuno che si lamenta di un gioco difficile o che perde spesso. È usata principalmente nei videogiochi competitivi, e fa parte di una cultura in cui i giocatori sono incoraggiati a migliorare le proprie abilità invece di lamentarsi delle difficoltà del gioco.
In sostanza il gruppo emergente Karvane, con il suo nuovo lavoro, si colloca tra le realtà più emozionanti e coinvolgenti, affrontando temi di disillusione, solitudine e lotta interiore con un rock diretto, ruvido ed energico, senza mezze misure. Riff taglienti, testi affilati e un’attitudine da “vecchi zii del rock”, come amano definirsi, ma con ancora addosso tutta la fame e l’urgenza del loro esordio.
Ogni brano è un piccolo assalto sonoro, ma mai fine a sé stesso: dietro ogni “colpo” c’è la necessità di farsi sentire con un messaggio di identità personale. I “nostri cugini d’oltralpe”, Cristobal, Diego e Didier, non vogliono solo suonare per noi ma vogliono farci vibrare, scuotere e risvegliare. (Tatiana Lucarini)