GINA ETE'  "Prosopagnosia"
   (2025 )

La prosopagnosia è quella malattia che impedisce di riconoscere facce familiari. È questa la base dell’edificio che la cantautrice svizzera Gina Été costruisce in Prosopagnosia, un album stratificato e variegato dove le sue influenze, che variano dal jazz alla classica fino all’hybrid pop contemporaneo, riescono a intersecarsi tra loro con raffinatezza e originalità.

Con la collaborazione di Noe Frankle e Wannes Salomé alla produzione, la mano abile ed elegante di Gina Été dà vita a un progetto compatto e incisivo. La sua firma compare quasi dietro ogni strumento: il viola piano molto artsy e barocco, i sintetizzatori pulsanti e le chitarre ben modulate cuciono un tappeto sonoro estremamente affascinante e incalzante. Nella cura del suono e nelle doti compositive di Été si sentono gli echi di Björk e di Cat Power. Sono indagati temi profondi e ostici come l’aborto, la questione della non binarietà dei generi e la frammentazione sempre più evidente della società in cui viviamo. Tutto in Prosopagnosia emerge con rabbia, grinta e sincera e vivida obiettività.

Per tutti questi motivi Prosopagnosia non è un disco semplice. Sin dal prologo “This Mess I’m In” Gina Été propone all’ascoltatore un quadro frammentato e insidioso nel quale gli stati d’animo che attraversano i brani possono in qualche modo albergare tutti quanti nel disagio che la malattia del titolo comporta. Le vibrazioni di pezzi come “Love to Work”, vera e propria introduzione alle sonorità del disco, graffiante e ipnotica nella sua classicheggiante monumentalità, lasciano il segno sin dal primo ascolto. Dolci e levigati episodi come “The Last Air” e “The Bet” esplorano le sfumature più pop ed esplosive dell’autrice. Spetta a capitoli come “Blindside” e “Your Opinion” creare alcuni dei percorsi sonori e ritmici più avventurosi e coraggiosi del disco, mentre alcuni momenti dance e pop melodici e seducenti come la vibrante “F***you:you” sanno mixare ed equilibrare tutte queste componenti e sintetizzarle con sorprendente maestria.

Prosopagnosia è un disco che non ama alcun tipo di comfort zone: dai generi che attraversa alle tematiche che decide di affrontare fino ai ritmi e al trattamento della voce e dei sintetizzatori è un album che sceglie in ogni occasione la strada meno percorsa e le decisioni più inusitate e intriganti, senza mai dover rilassare o accontentare l’ascoltatore con qualcosa di già sentito e di già digerito. Lo sforzo che ognuno di noi deve fare di fronte a quest’opera è provare a tuffarcisi dentro con grande concentrazione. (Samuele Conficoni)