KITCHEN TOTO "Mécanique piano"
(2025 )
Nel mondo ci sono i musicisti. E poi ci sono i Musicisti francesi. Goulois appartiene al genere dei visionari musicisti d’oltralpe, e sperimenta sulla base di suoni che ha ripetutamente passato e ripassato nella sua mente.
Il contrattempo e il ritmo ribattuto sono le chiavi di lettura dei suoi lavori, in un susseguirsi di battute rese ipnotiche dal battere incessante dei polpastrelli sui tasti.
Potrebbe sembrare quasi rumore, e non dubito che l’artista abbia sinceramente ricercato l’allontanamento dalla melodia, alla banale ricerca di un inciso per appropriarsi di quel genere di scrittura per lo più straniante e distante dalla ricerca delle emozioni di banale riflesso di semplice percezione melodica.
Il discorso di Goulois è straniante. L’album si compone di nove brani di una media durata di 5 minuti circa, che non sono di facile ascolto ai più, ma di carattere visionario e immaginifico, in cui si potrebbe rimanere improvvisamente sorpresi come di una folgore all’inserimento di un gruppetto musicale durante l’incessante ribattitura di suoni, note in cui la melodia ricercata non viene mai estrapolata in maniera immediata, solo il battere di un ipotetico inizio di frase potrebbe far subitaneamente pensare ad un inizio che però non si sviluppa e non avviene mai.
Il lavoro di Goulois è frutto, autodidatta, di un incessante ascolto di autori come Satie, Prokofiev, dell’etnomusicologo Bartok, Glass, autori di inevitabile valore musicale che nella loro firma stilistica avevano incluso come predominante la percussisività, il ritmo, il folklore, ed ai quali principi Goulois si attiene trovandovi sfogo nella sua maniera compositiva.
Egli non rivisita, riscrive il contesto musicale al quale rimembranze vive nella mente si ripresentano sotto forma di una esclusiva ispirazione compositiva e interpretativa.
Nella ''Mécanique piano n.2'' egli fa uso di accordi che, come un pensiero in sottofondo che prende via via più colore, si espandono pur rimanendo la stessa contrapposizione tra macchina ritmica e un tema che viene definito maggiormente rispetto ad altri brani dell’album.
“Satie era un tipo stravagante, con delle abitudini veramente particolari. Viveva in una casa molto piccola, di due stanze, che chiamava “l'armadio”, e una delle due stanze rimaneva perennemente chiusa. Nessuno dei suoi amici o dei visitatori ha mai potuto vedere che cosa contenesse in realtà..”: così descrivono i posteri Erik Satie… ma Goulois ne carpisce la visionarietà stilistica fatta di avanguardia sonora, anticonvenzionale strategia al fine di una proposta nel mercato musicale totalmente estranea dalla melodia fine a sé stessa, e di quell’unione limitante di bello estetico che aveva dominato perennemente nella mente del vecchio Accademismo per immergersi totalmente in una misura, una nota, una satira musicale.
E rideva Satie degli accademici fino a ridicolizzarli nelle sue opere che trapassavano la voglia di eccellere, oltrepassavano la pura ambizione tipica del musicista che vuole lasciare tracce indelebili ai posteri.
Goulois è da ricercare nella sua arte. Solo passando attraverso all’infinito. L’infinito è l’ascolto senza aspettativa. L’ascolto e l’osservazione. In questo la sua musica rientra in un discorso di “musica nuova” arricchente e centrato all’avanguardia dell’editoria musicale.
Nella ''Mécanique piano n.9'' si spinge ad una architettura compositiva che riporta la mente quasi la new age, ma il discorso ottempera ed estende la sua idea di composizione minimalista in cui il tema si sposta da un registro all’altro dello strumento trovando nel pianoforte un abile mezzo di colloquio sonoro perfetto per trovare la percussione che fa da sfondo a questa architettura, e dosa il tocco al fine di provocare l’ascolto attraverso piccole sottolineature che interrompono la monotonia finale di ritmo con accenti formali e mai emozionali.
Goulois non vuole piacere ai più. Goulois vuole rimanere fedele ad una ricerca compositiva atta alla conquista di una personale visione artistica e sicuramente meritevole di aver creato una firma compositiva unica e caratterizzante. (Elisabetta Amistà)