COSIMO BIANCIARDI & INTIMA PSICOTENSIONE "Singolarità nuda"
(2025 )
Da Sigmud Freud ai giorni nostri, il fascino di scandagliare le profondità della psiche è sempre stata una tematica attrattiva per molta gente che abbia un’opportuna sensibilità e voglia di carpirne i segreti, e per dare un senso alle azioni che si intraprendono nel nostro vivere.
Il saggio e curioso artista Cosimo Bianciardi (già con i Kaostributo e Le Mòm) continua ad indagare nell’imo dell’anima con i nuovi 10 inediti di “Singolarità nuda”, come se la scia concettuale del precedente “I.P.T.” non fosse mai sfumata all’orizzonte ma, stavolta, arricchendo la formula propositiva con soluzioni tra rock, jazz e rigagnoli di electro-pop.
Di certo, questo non è un disco per anime superficiali e pragmatiche, poiché l’Intima Psicotensione indicata nella ragione sociale non può essere catturata e vissuta da chi ha voglia di non impegnarsi troppo nell’ascolto, ma per l’èlite che lo farà suo, quest’album incarna significati interessanti incastonati nella scienza.
Va presto detto che trattasi di concept-album che prende il via dalla fremente “Io (Luna di Giove)” e dal vibrante electro-rock del singolo “Stadi evolutivi”, nel quale Cosimo si fa intendere con un narrato autoritario che mi riporta all’alt-rock reggiano dei Lineaviola, mentre il percorso è squisitamente “Esistenziale” per delineare la necessità umana di confrontarsi quotidianamente con sé stessa.
Le riflessioni quiete passano nel crocevia di “Nella tua luce” e “Astrolabio”, nelle quali si avverte l’esigenza di ispirarsi ad una guida, ad una bussola, ad un faro che illumini l’itinere di vita. Si vive, ovviamente, “A gravità zero” con effettistica variegata per lievitare con attenta consapevolezza.
Con un pizzico di stramberia Bianciardi condisce (e colpisce) con gli intermezzi strumentali di “Encelado” e “Asteroidi”, per cedere poi il testimone al disinvolto alt-pop di “Orbita Contraria”. Si realizza poi che, spesso, la relazione interpersonale appare “Nebulosa”, con un’inevitabile coltre di nebbia che ne aumenta la difficoltà interpretativa di gesti ed azioni ma è, comunque, il miglior congedo che ci possa consegnare l'artista, che ha saputo amalgamare con i suoi finissimi soci esecutivi (Fabrizio Orrigo su tutti) un’opera profonda ed introspettiva, che lascia aperta l’infinita e preziosissima volontà ponderativa tra scienza e coscienza. (Max Casali)