IGOR NOGAROTTO  "La voce del servo"
   (2025 )

Finalmente si sta ridimensionando l'importanza dei social network. Sembra che online si stia tornando a preferire il web, la ricerca, i siti personali e i blog. Per quanto riguarda la musica, aumentano i musicisti che sfanc...ano Spotify. Non solo Francesco Guccini. Per scelta, Igor Nogarotto non ha pubblicato il suo disco sulle piattaforme online, ed è acquistabile solo attraverso questo link: https://www.gofundme.com/f/la-voce-del-servo-nuovo-album-di-igor-nogarotto. Dal produttore al consumatore!

Ma entriamo nel merito de “La voce del servo”, uscito col sostegno della suddetta campagna di crowdfunding. Lo spirito di Franco Battiato aleggia dappertutto (ma non nella personalità, per fortuna: Igor non è un clone del Maestro, né nel modo di cantare, né nel modo di scrivere). Fin dal titolo, l'album omaggia “La voce del padrone”, il disco che ha consacrato il cantautore catanese nella storia della musica italiana. E Nogarotto ha voluto che il suo uscisse il 21 settembre 2024, perché il disco del suo mentore era uscito il 21 settembre 1981. Alla fine dell'ironica canzone “Sono depresso”, il cantante termina dicendo: “Franco mi manchi”.

Il disco si apre con “Paradiso extraterrestre”, brano essenzialmente strumentale dove una chitarra elettrica esegue una melodia con un sound che effettivamente ricorda quello che il compianto Alberto Radius aveva scelto per il Battiato anni '80 (si sente anche ne “L'arca di Noè” del 1982). A proposito di arca, Nogarotto inizia a cantare nel secondo pezzo, “Arca2000”, invitando a salire sulla nave biblica per salvarsi dalla “deriva di un mondo che sta male”.

Il genere di Nogarotto gravita tra un indie rock elettronico e un'ispirazione pop, con ricorrente uso di ironia e autoironia. “Vado dal dottore”, esilarante brano mezzo cantato e mezzo recitato, racconta l'ossessione di andare dal medico a prescindere: “Quando sto male vado dal dottore, quando sto bene vado dal dottore, mi piace sentirmi dire che va tutto bene (…) mi aiuti dottore, ho un terribile cerchio alla testa, mi dica dottore, quanto tempo mi resta?”.

L'artista resta nella leggerezza citando Cesare Pavese con la canzone “Lavorare stanca”, brano che ospita a sorpresa una strofa cantata con voce lirica... Elio sei tu??? C'è spazio per l'inglese con “It's so difficult 4 me”. La voce di Nogarotto ha un leggero graffiato che la caratterizza.

Igor si cimenta poi nel rap in “#Rapperunanotte”, tra vari giochi di parole e rime strette: “Fango di rango per spalare le tue voglie che sanno di pongo (…) vorrei essere una piuma che fa surf sulla schiuma”. Un po' debole nella canzone d'amore “Amanda”, sul versante serio funziona di più in “Un calcio a tutto”. La sua cifra nella scrittura è quella di una certa franchezza, dichiarata anche in “Crudo”: “Ti voglio crudo come Bukowski e Gaber”. E la crudité arriva schietta schietta in “Fratelli itaglians”, un'invettiva alla nostra Nazione, che può arrivare solo da chi l'ama. “Italia, vaffan[BIP], prima o poi me ne vado te lo giuro, Itaglia con la G, la cultura non abita più qui (…) quando ti sveglierai, quando mi sveglierò, quando mi sveglierai? Discendiamo dall'impero romano, ma l'Arena di Giletti è la sola in cui crediamo”.

Nogarotto però cerca anche di affrancarsi da questi lamenti interiori, questa “gabbia di rancore” che canta in “Nel limite dell'impossibile”, dove cerca una via d'uscita. Allora non ci resta forse che pregare, e così in un funk rock arriva “Pater noster qui es”, che è proprio il Padre Nostro, cantato in latino. E per finire un po' di ottimismo che ribalta il titolo del romanzo e del film “Il buio oltre la siepe”. “La luce oltre la siepe” chiude l'album con dei suoni più acustici e morbidi, giungendo alla meta di questa metafisica Arca del 2000: “Oltre le barriere dei condizionamenti, oltre la polvere dei tuoi ricordi. Oltre al desiderio di affermazione, dritto all'essenza dentro alle cose”. E arrivando all'essenza l'autore scopre che oltre la siepe “non c'è più il buio”.

Tra un shakedown mistico e una risata, insomma, la via spirituale per Nogarotto è l'unica che ci può salvare e vivere meglio, trovando la luce. E questa visione “carbonara” (sposata anche dal sottoscritto), avallata dalla distribuzione rigorosamente offline, è anche un modo per ristabilire un contatto “tra servi”, cioè tra pari, che può aiutare a riconoscersi e riscoprire magari una coscienza collettiva. (Gilberto Ongaro)