DUO CORDE'  "Le temps d'Erard"
   (2025 )

L’affinità in un duo cameristico è il primo requisito per una registrazione di successo. A pari maturità artistica, il duo Cordè ci estasia attraverso due strumenti di storica manufattura il cui suono risuona oltre i limiti dello spartito raggiungendo con sonorità uniche l’uditore.

Quest’album presenta opere di Liszt (Sposalizio, in un arrangiamento originale eseguito dal Duo Cordé qui presente), John Thomas (Grand Duet), Paul Bazelaire (Fantasiestück op. 87, in una prima registrazione mondiale), Georges Migot (Prélude à deux) e Joaquin Turina (Tema y variaciones op. 100).

La Fantasia per pianoforte e arpa Fantasiestuck op.87, composta dal violoncellista Bazelaire, è interpretata con precisione tecnica e presenta parti particolarmente interessanti, portando l’esecuzione a livelli mirabili con l’accelerando finale, che conclude i dieci minuti della composizione in un efficace coinvolgente in crescendo.

Il brano, dedicato a Henriette Renié, presenta un discorso musicale che non cerca di contendersi la bravura vituosistica, ma è piacevolemente espresso per mettere in risalto la particolarità degli strumenti protagonisti. Personalmente, soffermerei meno l’attenzione della parte pianistica alla ricerca di un eccessivo controllo all’attacco delle frasi, proprio per rendere il discorso musicale più fluido e raffinato, porrei comunque la nota di merito per la ricerca della giusta intensità di suono che, in un duo con arpa, rimane particolarmente complesso al fine di una vincente riuscita dell’insieme.

Nel Grand duet di Thomas il risvolto è piacevolmente toccante, con il romanticismo dell’opera pienamente espresso. Il tema che da subito emerge suscita brividi emotivi e ben si addice al carattere degli strumenti, in questo lavoro comunque sapientemente dosati nella tempistica con provvidi accorgimenti del gesto tecnico. La scrittura di Thomas non dovrebbe coinvolgere in una esplosione timbrica ma portare il tema allo sviluppo con ragionata enfasi, tanto attesa e risolta bene dal duo.

Piacevolezza che si trasforma in interessante comunicativa e strutturale nel Prelude a deux di Migot, di non comune esecuzione, in cui le parti raggiungono la piena affinità interpretativa, assecondando la composizione. Migot è stato un pittore, musicista e poeta parigino, la cui firma compositiva si distingueva anche grazie alla formazione organistica svolta al Conservatorio di Parigi. Da sempre inviso alla corrente neoclassica e avanguardista, egli fu profondamente interessato alle polifonie medievali, le cui reminiscenze si intravedono nelle sue opere in un unione tra gesto e pensiero non accattivanti dal punto di vista emozionale, ma di controllato risvolto armonico.

“Sposalizio” di Franz List S.161 arrang. Duo Cordè, si ispira al dipinto di Raffaello “Sposalizio della Vergine” che si trova a Milano nella Pinacoteca di Brera, ed inizia con il tema suonato dall’Arpa (che nell’originaria composizione viene introdotto nella chiave di basso del pianoforte), rendendo, con le dolci armoniche, quasi sospeso l’inizio della composizione, e a far seguito il contrattempo delicatamente suonato con il pianoforte funge quasi da risposta alle richieste sonore e poi più tangibilmente espresse con l’accelerando, a conclusione della prima parte, con il rafforzato in crescendo fino alle ottave ff del pianoforte.

La composizione originale contempla le tre Suite della raccolta “Annees de pelerinage Ileme annee: Italie” il cui titolo riporta ad una citazione di Goethe, Liszt coglie così il pieno senso delle composizione romantiche del tempo, in cui la poesia e la musica camminavano a braccetto. Nello Sposalizio ispirato dunque alla composizione di Raffaello, priva di pathos ma di infuso classicismo, in cui le figure centrali si scambiano gli anelli, viene espressa la grazie più che l’impeto, e se è presente anche quest’ultimo si privilegia la firma lisztiana nell’apice del suo stile musicale.

L’ascolto del lavoro musicale del Duo Cordè su strumenti della mirabile Casa costruttrice Erard dimostra la ricerca dell’ìnsieme armonico e sonoro evidenziato dalla resa interpretativa, assolutamente da contemplare da parte di ogni musicofilo. (Elisabetta Amistà)