A NEW LINE (RELATED)  "A quarterly update on the sadness"
   (2025 )

Mi è stato raccontato, non so se c'è ancora, che a Rimini esiste una discoteca dove c'è un cartello che recita: “Vietato ballare”. E non era un cartello ironico. La filosofia di quel club prevedeva musica elettronica sì sparata ad alto volume, ma che andava ascoltata fermi, seduti o in piedi, ma non ballando.

Mi è venuto in mente questo posto ascoltando “A quarterly update on the sadness”, terzo lavoro di A New Line (Related), uscito per Sound In Silence. A New Line (Related) è il nome del progetto solista di Andrew Johnson degli Hood e dei Remote Wiever, che propone una formula di minimal techno, dub house e soprattutto ambient pop. Le otto tracce che lo compongono sono fatte di suoni avvolgenti e battiti costanti ma mai in prima linea. Gli elementi a cui si dà risalto sono i pad, i suoni eterei e fumosi, mentre i loop si ripetono con cambiamenti gradualissimi.

La traccia d'apertura “Calapsis” è emblematica di questo approccio: un giro ipnotico, i cui elementi armonici e melodici che danno forma all'idea musicale, stanno quasi sempre sullo sfondo, lontani; gli elementi ritmici e rumoristici sono un po' più alti, ma senza mai raggiungere la dinamica “tunz tunz” dai bassi pompati. Quello che sta in primo piano invece sono gli arpeggi, e i suoni “medi”, che di solito servirebbero da riempimento in un arrangiamento, e quindi starebbero bassi, sono invece i protagonisti della traccia, sparati in primo piano.

Questo ribaltamento di prospettiva mi sorprende, e crea quell'atmosfera che dicevo all'inizio: non vuoi ballare ma vuoi ascoltare con attenzione, lasciarti ipnotizzare dalle piccole modifiche che avvengono ai suoni, che si aprono, si chiudono, cambiano di timbro eccetera, come in “3AM Worry Sessions”, un titolo che dà da pensare, così come il successivo, che va avanti di due ore nella notte: “It's 5 O' Clock somewhere in my heart (there's a star that shines for you)”.

In questo brano la negazione delle vibrazioni basse per ballare è ancora più radicale. L'artista “esagera” volutamente nell'aprire e chiudere la traccia, alternando il suono al silenzio in maniera frastagliata, agitata e irregolare.

“The Ballad of Billy Kee” è un altro brano che inganna le aspettative. Arriva finalmente un suono un po' ruvido, messo in un loop ritmico energico ma sempre ovattato: sembra uno di quei preludi che nella techno creano l'attesa per un'esplosione... e invece tutto il brano è concepito così, è tutto “attesa”.

“Only star loop” continua il filone “incantato”, portando un'atmosfera crepuscolare intrigante, ma non mi riferisco al crepuscolo della sera, bensì a quello prima dell'alba. È musica perfetta per attendere il sorgere del sole, magari in spiaggia, anche la titletrack dà questa sensazione, con dei suoni lounge.

Se volete creare un'attesa per qualunque evento, o rendere interessante anche la sala d'attesa dal dottore, uno di quei “non luoghi” per dirla alla Augé (che oggi è un po' fuori moda, superato dal fascino per le “zone liminali”), questa musica valorizza quel tempo che sembra vuoto. (Gilberto Ongaro)