BLEWITT "Evidence"
(2025 )
Uscito per Emme Records Label, “Evidence” è il disco del progetto Blewitt, un trio pianoforte – basso – batteria che fonde il jazz con la musica classica. Non sono i primi a farlo, il “jazz da camera” è una pratica diffusa. Ma in questo caso l'elemento di fusione, o meglio di coesistenza tra i due mondi, è più evidente del solito.
Questo aspetto di coesistenza è esplicitato nelle note del pianista Stefano Proietti, che in diverse occasioni, come in “Château De Sable”, in fase di assolo alterna improvvisazioni virtuosistiche tipiche del jazz, ad arpeggi da Lied romantico, tanto rapidi quanto dolci. “Tzinkitin” sembra un titolo onomatopeico, che imita il ritmo terzinato del brano, caratterizzato da un inciso iniziale “sowhattesco”, ma poi tornano gli arpeggi classici.
Accanto al pianista ci sono il bassista Oscar Chierici e il batterista Gian Marco De Nisi. In alcuni brani è ospite il sassofonista contralto Rosario Giuliani, come in “What a coincidence”. “Kadriorg” è particolare, perché il pianoforte parte con dei lenti arpeggi à la Liszt, ma le progressioni armoniche sono più inaspettate, mentre il batterista va di spazzole e scampanellii. Con l'ingresso del sax, si entra nella fase più jazz del brano, per poi tornare ai misteriosi arpeggi sognanti.
Tutto il contrario “Beep – Bop”, corsa sfrenata con walking bass e degli obbligati da spavento, specie nella chiusura all'unisono. “Per Jamila” riporta il gruppo alla calma, in un brano sussurrato che prevede anche una parte melodica per il basso. E infine “Monk's Vision”, che fin dal titolo omaggia quel pazzo di Thelonious, non poteva non essere una chiusura vivacissima e con soluzioni fantasiose al pianoforte. E in questo caso sparisce l'innesto con la classica, è jazz puro.
Questo dei Blewitt è una creatura ibrida che cerca di utilizzare il meglio dalle due espressioni musicali contrapposte, e il risultato si mostra in tutta “Evidence”! (Gilberto Ongaro)