LUCA ROMAGNOLI  "La miseria"
   (2025 )

Credo di non essere abbastanza bravo per recensire questo disco. Credo che sia un disco ben fatto, con grandi idee, con grandi De-Ja Vu e richiami stilistici. Ma ad un certo punto ho buttato via tutto, e deciso di scrivere di getto le sensazioni generate dall’ascolto delle diverse tracce per vedere cosa ne usciva.

Dico subito che non mi fanno granché impazzire ''Angelo Nero'', che mi ricorda ''Ray of Light'' di Madonna mixato ad un pezzo di Cosmo, ''Progetti per il passato'' e ''Il Nulla'', dove anche qui Cosmo potrebbe esserne il ghost writer. Mentre mi piacciono davvero molto ''Bi emme vù'', ''Non è niente'', ''Perdere'' e la sperimentalità di ''Mi sono perso''.

Il disco è un discaccio, ovvero di quelli che o ti prendono (testi, suoni e sperimentazioni sono di altissimo livello) oppure te lo fanno cestinare, magari al terzo giro di ''Fatturare maledire''. A me fatturare piace molto, ma se non siete in vena può risultare innervosente...

La miseria è una piscina che si paragona al mare per bellezza e profondità. E’ la vita che finge di essere la vita, è il comprare oggetti di cui non abbiamo bisogno, ma li acquistiamo solo perché dobbiamo riempire il vuoto delle nostre vite. Il comunicato stampa è implacabile, e lo sono anche i testi.

Avevo una BMW e devo dire che il primo ascolto di ''Bi emme vù'' mi ha un po' innervosito... Poi ovviamente ci si ragiona sopra e effettivamente gli si dà ragione, a questo Luca Romagnoli membro dei Management (del Dolore Post Operatorio) ora anche solista.

Artista con una bella verve stilistica e capacità di unire, amalgamare suoni diversi in maniera molto armonica. Ascoltatelo, e magari non distruggerete lo stereo, per non dire anche voi: “sai, ero io, ho rotto io il tuo stereo”, come canta lo stesso Romagnoli in ''Un film su di noi''... (Marco Camozzi)