STEFANO FERRIOLI "Il seme"
(2025 )
Nel panorama musicale, sento spesso il rammarico di tanta gente che afferma come sia sparito il bel cantautorato di una volta.
Dunque: senza cadere necessariamente nel nostalgico, dico che (invece) c’è una certa pigrizia a non cercarli, questi nuovi cantautori, e solo se vengono segnalati da qualcuno, solamente allora ci si prende la briga di ascoltarli.
Ebbene signori, oggi è il vostro giorno fortunato, poiché vi presento il delizioso esordio di cinque pezzi intitolato “Il seme” dell’artista emiliano Stefano Ferrioli, nel quale la narrazione attecchisce con humus fertile, e la cui gestazione ha richiesto tempo e pazienza per poi presentarsi al pubblico con un suo lodevole perché.
Detto questo, non avrete più scuse per schivarlo e far finta di niente. Il germoglio del progetto sboccia con “Io e il mare”, irrorato con spruzzi di elegante pop, con la voce che rimanda alla cavernosità di Francesco Bianconi (Baustelle). E, quando c’è da aumentare lievemente i giri, Ferrioli centra pienamente l’obiettivo con la pulsante “La notte porta consiglio”.
E chissà quante notti han suggerito a Stefano quei consigli e quei dubbi necessari per scremare la cinquina vincente, che comprende una “Nenia (senza far rumore)”, non mielosa e stucchevole ma di quelle a presa rapida, come fosse un cemento armato di belle speranze. D’altronde, “La voce dell’anima” sua, gli detta spartiti che si conficcano nei cuori senza ferire ma lasciando chiare emozioni in itinere: che pezzo! Un diamantino scritturale.
Stefano tira poi le somme finali con il vellutato singolo “Attimi”: non una semplice ballad ma, piuttosto, un racconto passionale su questa società, che gli attimi li brucia in un nanosecondo.
Allora, prendiamoceli questi attimi ma, stavolta, con il freno a mano inserito perché, altrimenti, questa vita non ci farà più assaporare nemmeno un quarto d’ora di sana e sincera musica. E’ ora di bloccare le lancette per piantare “Il seme” del bell’ascolto. (Max Casali)