MAURIZIO INNOCENTI "In the shadow of the giant"
(2025 )
“In the shadow of giant” è una raccolta di dodici brani minori che il maestro Maurizio Innocenti riscopre e riporta alla luce, riproponendoli con un’accuratissima interpretazione. Opere minori non perché meno interessanti o gradevoli di altre più note, ma perché concepite in periodi della storia dove gli autori classici più famosi, i “Giants” appunto, hanno rubato la scena o la mera possibilità che questi lavori venissero altrettanto apprezzati.
Sono sei i compositori chiamati in causa: Fritz Spindler, Ferdinand Beyer, Mikhail Glinka, Carl Czerny, Sergei Bortkiewicz e Christian Sinding. Tutti vissuti in Europa e Russia tra il 1791 e il 1952. Un viaggio nel tempo molto lungo, quello di Innocenti, che non si sofferma su un periodo storico breve o a uno stile unico, ma che invece spazia in maniera molto ampia in un secolo e mezzo pieno di compositori enormi. Lavoro non facile, quindi, riscoprire e ridare giustizia a quei musicisti che tanto hanno dato al loro tempo e non solo, ma che gli esecutori odierni considerano in maniera minore.
L’album si apre con tre brani di Fritz Spindler (1817-1905), prolifico compositore tedesco, che ha contribuito con le sue opere, alla didattica musicale: “Murmuring rivulet op.113”, “Waldbachlein op.75 n.4” e “Die Nachtigall von Alabieff Werk 288 n.6”. Si nota da subito che non si parla di semplici composizioni didattiche, ma di vere composizioni che ritraggono lo stile romantico dell’epoca senza alcun dubbio.
A seguire ecco “Hommage à la Russie. Fantaisie elegante sur le Rossignol de Alabieff op.100 n.2”, di Ferdinand Beyer (1803-1863), tedesco, anche lui noto per l’impronta fortemente educativa che le sue opere hanno avuto per la didattica del pianoforte. Anche qua non si tratta di un qualsiasi studio, ma di un’opera piena di identità creativa.
Due gli spartiti di Mikhail Glinka (1804-1857): “Romance d'Alabieff variée” e il notturno “La séparation”. Il disco cambia stile immergendosi nelle composizioni del compositore russo. Glinka ha segnato profondamente la musica russa dell’ottocento riuscendo a creare un nuovo stile fatto di musica popolare sovietica influenzata dalle correnti occidentali europee. In queste due tracce infatti si possono ascoltare melodie e armonie completamente diverse, che godono di contaminazioni geografiche all’epoca assolutamente innovative. Probabilmente “La séparation” si può considerare un manifesto del momento nel quale l’arte russa incontra quella del vecchio continente.
Le tracce sette e otto “Die Schule des legato und staccato, Andante espressivo op.335 n.48” e “L'Arte di render agili le dita, Allegro op.740 n.18” sono dedicate a due brevi composizioni di Carl Czerny (1791-1857). Si torna in Europa, precisamente in Austria. Chiunque abbia studiato pianoforte conoscerà i suoi spartiti: opere fondamentali dell’apprendimento pianistico, sia dai minimi livelli che a quelli superiori. Composizioni che, seppur opere didattiche, non trascurano la bellezza e la capacità creativa di quello che fu l’allievo di Ludwig Van Beethoven.
Andando avanti nel tempo si arriva a Sergei Bortkiewicz (1877-1952). Tre i brani ripresi: “Aus Andersens Märchen, Op. 30: IX. Der Schmetterling”, “Impressions, Op. 4: III. Storm” e “Impressions, Op. 4: IV. After the Rain”. Prevale lo stile tardo romantico e nostalgico che ha caratterizzato l’opera del compositore ucraino e alla stesso tempo il virtuosismo pianistico interpretato in maniera eccelsa dal maestro Innocenti. Bortkiewicz, per fortuna, sta rivivendo una seconda giovinezza interpretativa, grazie alla riproposizione di cui sta godendo in questo periodo.
L’album si conclude con una splendida traccia: “Rustle of Spring, Op. 32 No. 3” del compositore norvegese Christian Sinding (1856-1941), autore non particolarmente conosciuto ma che ha contribuito in maniera importante alla corrente tardo romantica del suo paese. Molto gradevole.
Ecco che si conclude questo viaggio nel tempo alla scoperta di gradevoli composizioni. Il pianista Maurizio Innocenti, in questo modo, sembra voler accompagnare l’ascoltatore in un fiabesco giro in un parco di alberi secolari, andando alla scoperta del suo sottobosco pieno di meraviglie cresciute nell’ombra. (Andrea Allegra)