STEFANIA ROSATI  "L'essenza"
   (2024 )

I termini "cantautore" e, di conseguenza, "cantautrice", sono divenuti sostantivi quasi inutili. Questo perché, oramai, praticamente tutti/e i/le cantanti, anche quelli/e che si erano sempre abbeverati ad altre fonti per i propri brani, mai tentando di comporre in proprio, con il tempo hanno provato qualche esperimento di scrittura.

Parlando al femminile, perché è di quello che tratteremo, persino Fiorella Mannoia, Laura Pausini e Giorgia, che per 20 o 30 anni di carriera hanno solo interpretato altrui composizioni, ora contribuiscono con musica o parole a ciò che cantano.

Ma non è sempre così. A volte dire cantautore, o in questo caso cantautrice, non significa solamente che l'artista in questione ha collaborato alla stesura dei propri brani: si tratta proprio di uno stile ben preciso, quello che i grandi cantautori degli anni '70 (occorre fare esempi?) hanno portato sino ai nostri giorni. E' inutile ricordare che la maggior parte delle canzoni storiche della nostra Italia, quelle che hanno segnato la storia delle 7 note tricolori, appartengono proprio ad artisti di questo genere.

E veniamo a noi: Stefania Rosati è una cantautrice, in tutti i sensi. Scrive le proprie canzoni, ma è contemporaneamente (e, affermo io, fortunatamente) parte di quella corrente musicale denominata "cantautorale". Per chi scrive, questa è una bella boccata d'ossigeno. Perché in periodo di trap ed altre minchiate simili (è ovviamente solo il mio parere, in coda troverete nome e cognome del sottoscritto), potere immergersi in album come questo "L'essenza" è un regalo di grande qualità, e totalmente apprezzabile.

E non è di certo un caso che, accanto a diversi episodi di altissimo livello ascrivibili alla cantautrice romana (tra tutti va certamente citato il singolo "Là dove vive il senso", vero e proprio gioiellino), Stefania aggiunga "Amore che vieni, amore che vai", omaggio a Fabrizio De André con uno dei suoi brani più intensi e sofferti.

A rendere ancora più alta la proposta, va segnalato che arrangiamento e missaggio di questo disco sono cura del Maestro Clemente Ferrari, noto per aver lavorato con Fiorella Mannoia, Max Gazzé, Michele Bravi ed altri, mentre il mastering è stato affidato a Pietro Caramelli, collaboratore abituale di Loredana Berté, Fabio Concato ed altri. Nulla è, insomma, lasciato al caso, come si fa per i grandi dischi.

Per concludere, vi ricordo (non servirebbe, lo so) che tra poco è Natale. E allora fate un bel regalo a chi amate. O anche a voi stessi, perché occorre volersi bene. Regalate e regalatevi questo disco. Sarete ringraziati. (Andrea Rossi)