WAYNE SCOTT  "Forty-eight (11 canzoni di Lucio Quarantotto)"
   (2024 )

Non facile recensire questo disco, vuoi perché se ne deve capire la filosofia, vuoi perché devi accettare l’inglesizzazione di undici testi “storici” di uno dei nostri autori più “misteriosi”: Lucio Quarantotto.

A lui si devono canzoni come ''Con te Partirò'', un successo mondiale di Andrea Bocelli, ed anche ''E se questa fosse l’ultima'', portata al successo da Caterina Caselli. Lui che annoverava estimatori come Franco Battiato, che scrisse i testi del suo mini EP ''Viaggiando verso Jesolo'', è stato autore per la Sugar, ma non si è mai fatto conoscere al grande pubblico: le varie bio lo disegnano schivo e poco interessato allo star system, un introverso insomma, scomparso prematuramente nel 2012.

Tre le sue produzioni discografiche realizzate tra il 1982 e il 1990 annoveriamo ''Di mattina Presto'', ''Ehi là'' e ''L’Ultima Nuvola sui Cieli d’Italia''. Da questa discografia, ''Cose di Amilcare'' (etichetta collegata al Club Tenco) ha deciso di omaggiare la figura di Lucio arruolando Sergio Secondiano Sacchi alla direzione artistica e Daniele Caldarini agli arrangiamenti.

La voce del disco è dell'attore, regista e fotografo Wayne Scott, qui al suo esordio come cantante. Insieme hanno realizzato un disco che ha il merito di ricordare un autore di grande rilievo artistico e culturale del nostro paese, e che magari permetta al nome di Lucio Quarantotto di farsi conoscere ad un pubblico più vasto.

Non deve essere stato un lavoro facile, e se vogliamo il risultato non è, a mio avviso, riuscito al 100%: la voce del nostro Wayne non è immediata, non è facile, ma ruvida e arrotata e già dalla prima traccia (''Di mattina molto presto'') potrebbe allontanare i più, ma saltate subito al terzo brano, ''Rissosi'', e chiudete gli occhi. Lasciatevi trasportare. Sembra di finire dentro un romanzo, a me ha ricordato ''I Miserabili'': la potenza e l’energia che il pezzo trasmette mi ha portato nella Parigi di Victor Hugo. Un brano dal famoso musical.

Proseguite e apprezzate l’intro di ''Alba Arriverai'', fino a 1 minuto e 15 secondi è perfetta, poi si perde e si riprende un paio di volte, ma anche qui l’interpretazione non lascia indifferenti, anzi. Ruvido e delicato allo stesso tempo.

Passiamo a ''E gli Assassini'', e pensate che questo è il disco d’esordio di Scott, non facile, visto che il ritmo e l’arrangiamento lo costringono ad un ennesimo cambio di passo. Dal minuto 2 e 13 alzate forte il volume! Vi lascio lavorare sulle altre tracce, ma vi chiedo di soffermarvi su ''Bruno''. Fatemi sapere…

Insomma, è difficile dirsi se questo sia da considerarsi l’omaggio adeguato che qualche fan si aspettava, ma sicuramente è un disco che per arrangiamento, trasposizione, impegno e qualità del suono, vale la pena di ascoltare. (Marco Camozzi)