SABRINA FURLAN "Hemisphaerium"
(2024 )
Probabilmente qui ci si diverte a confondere le acque con i nomi, e se invece la cosa fosse involontaria, invito a creare ancora più confusione, perché è divertente, come ben sanno i fan di Scaffale, Millefinestre e Mu Fogliasch (no, se non siete della cricca che ha colto i riferimenti, non ve li svelo).
L'artista qui ci parla di un progetto sperimentale chiamato Sabrina Furlan, il che fa pensare che il nome reale della musicista sia appunto quello. Ma su Bandcamp, l'artista si chiama Sabryàn, e Sabrina Furlan è il nome del progetto parallelo. Il video della titletrack di questo EP infatti, compare nel canale YouTube di Sabryàn. Ma per Sabrina Furlan invece, il progetto parallelo è Sabryàn.
Nome reale e nome d'arte si scambiano di ruolo, e questo sfida l'organo oggetto dell'EP in questione, cioè il nostro cervello! “Hemisphaerium” è formato da 5 brani di un'elettronica minimale ed avvolgente. Il brano “Hemisphaerium”, come potete intuire, fa ondeggiare diversi suoni dall'orecchio sinistro a quello destro: alcuni fluttuano in maniera morbida, altri rimbalzano, senza far capire la loro ubicazione precisa nello spazio sonoro. Un po' come i segnali elettrici che viaggiano nelle sinapsi. Sebbene sia evidente che il cervello è formato da due emisferi, due metà, le informazioni si muovono a una velocità tale che ci vuole la fisica quantistica per afferrarli del tutto. La musica dà forma al percorso di queste informazioni, ma senza stress, è tutto volto al piacere dell'ascolto.
“Unionis” rende centrali le frequenze basse, come a massaggiare il corpo calloso tra i due emisferi, e parte un beat elettronico dalla velocità andante, un po' come nella trip hop. “Conflictus” fa comparire una progressione di pianoforte e dei loop di suoni dall'onda quadra (come quelli a 8 bit), con un esito cyberpunk. Con un piano elettrico, un suono di celesta e dei bassi ancora più profondi e che riempiono buona parte dello spazio ascoltabile, “Arenae memoriae” scorre senza beat percussivo, è il momento più ambientale dell'EP. Infine, “Somnium” riempie le frequenze con un bel pad (“cuscino” di suoni di sfondo) tanto cangiante quanto statico, che garantisce un clima onirico, mentre il beat riparte a battiti andanti.
“Hemisphaerium” è un classico viaggio nell'ambient elettronica, attraverso il quale Sabrina Furlan è capace di aiutare la concentrazione, la meditazione e la fantasia. (Gilberto Ongaro)