RAGE AGAINST THE MACHINE  "The battle of Los Angeles"
   (1999 )

E’ un vero peccato che i Rage Against The Machine si siano sciolti ormai da diversi anni (la consolazione è la nascita degli Audioslave dalle loro ceneri): si sente ancor oggi la mancanza del loro apporto artistico nel panorama mondiale, e anche del loro impegno politico. Tuttavia lo stile originario del gruppo rimane inconfondibile e continua a fare scuola. “The battle of Los Angeles” in particolare è il loro manifesto, la bandiera di un genere musicale nuovo, con influenze rock, rap e a tratti del primo heavy metal. La genialità di questa band, come di tutte le rivoluzioni artistiche, sta proprio nel trovare soluzioni nuove ed efficaci, per cui preferirei non fare troppi riferimenti a generi musicali ben definiti, perché i RATM uniscono e reinterpretano varie correnti. La voce di Zack de La Rocha deve sicuramente molto al rap, ma dimostra un’ottima capacità di inserirsi in un contesto musicale diverso, estremamente grintoso ed essenziale, costituito da basso (Tim Commerford), batteria (Brad Wilk) e dalla chitarra di Tom Morello, i cui assoli sono qualcosa di mai sentito prima, con suoni elettrici che sembrano perforare i timpani. “Guerrilla radio” è una delle canzoni più famose, per la potentissima energia che trasmette, ottima per le manifestazioni di piazza e per un grido di protesta generale. Allo stesso modo,“Sleep now in the fire” è carica di una rabbia controllata, che si manifesta in melodie e ritornelli semplici e ricorrenti, che entrano subito in testa grazie alla loro originale orecchiabilità. “Born of a broken man”, caratterizzata da una partenza lenta e da una tensione in crescendo, è un altro gioiello che rende questo cd sempre più prezioso, insieme con la caratteristica “Voice of the voiceless” e la curiosa e innovativa “Ashes in the fall”. Al di là dei messaggi politici di questo cd e di questo gruppo, i Rage Against The Machine hanno tutto il diritto di essere considerati davvero grandi in campo musicale. (Federico Pozzoni)