SYMBOLIST  "The age of bronze"
   (2024 )

Chissà che musica si suonava, durante l'Età del Bronzo? Il periodo centrale nelle tre ere dei metalli (Rame, Bronzo, Ferro) va dal 3.400 al 1.100 a.C. circa, vede lo svilupparsi di villaggi di capanne, e lo stabilizzarsi degli insediamenti, per i quali era necessario creare vie di comunicazione (fonte: Treccani). Probabilmente non esisteva neanche il concetto di palco, e quindi di momento di ascolto collettivo. Però magari, qualcuno può aver iniziato ad ascoltare i rumori che gli attrezzi metallici producevano, fabbricando le asce, e a concepire una rudimentale idea di struttura ritmica.

Penso a questo, ascoltando “The age of bronze”, esordio su CD Creative Sources del trio Symbolist, formato da un percussionista, un violoncellista e un compositore esperto di media elettroacustici. Nell'ordine: Stephen Flinn, Guilherme Rodrigues, e Roy Carroll, di stanza a Berlino.

Si tratta di un'unica traccia di quasi mezz'ora, dove quello che ascoltiamo sono suoni, ma soprattutto rumori, che cambiano continuamente, e a parte qualche ovvio stridore di corda attribuibile al violoncello, è molto difficile a un certo punto capire chi stia suonando cosa. Il trio affonda nei timbri dei suoni, li elabora fino a renderli irriconoscibili, e, come dichiarano, possono ottenere delle allucinazioni acustiche.

Si tratta di un'esperienza acustica immersiva, che in molti punti sembra ambientata nell'officina di un arrotino, tante sono le superfici “strisciate” che risuonano nell'aria, accompagnate da colpi percussivi assolutamente aritmici. Forse questa era la vera colonna sonora dei fabbri, al di là delle più armoniche musiche delle ricostruzioni storiche di Quark! Ma ora vediamo il filmato... (Gilberto Ongaro)